martedì 13 dicembre 2011

Riassunto il gatto con gli stivali




C'era una volta un vecchio mungiaio che lasciò in eredità ai figli, un mulino, un asino e al più piccolo un gatto. Quest'ultimo era triste non sapendo che farsene del gatto ed essendo molto povero, ma il gatto gli disse, Fidati di me, portami un cappello, un paio di stivali e un sacco e farò di te un uomo ricco.
il giovane che tanto non aveva nulla da perdere, si procurò il necessario. Il gatto indossati stivali e cappello, andò nel bosco, catturò della selvaggina e la portò al re, dicendo che era un dono del suo padrone, il marchese di Carabas. Il gatto continuò a portare doni al re fincheè un giorno udì di una passeggiata del re con la figlia, così corse dal suo padrone e gli disse di spogliarsi e buttarsi nel lago, quando la carrozza del re passò di lì, il gatto iniziò a gridare dicendo che il marchese di carabas era stato derubato e aveva bisogno d'aiuto. Il re ricordandosi di tutti i doni ricevuti, fece fermare al carrozza per aiutare il marchese, nel frattempo il gatoo con gli stivali corse nel palazzo di un famoso orco, che si diceva fosse in grado di trasformasi in qualsiasi animale. Traendolo in inganno il gatto lo convinse a trasformarsi in topo e lo divorò, e così si impossessò delle sue ricchezze e dedonò al suo padrone che così sposò la figlia del re e divenne ricco.





domenica 4 dicembre 2011

I Sogni di Don Bosco

Un pergolato di rose

Il sogno seguente porta evidenti i caratteri di una visione più che di un sogno. Infatti Don Bosco, nel raccontarlo ai suoi primi Salesiani, s’introdusse così: «Perché ognuno di noi abbia la sicurezza che è Maria Vergine che vuole la nostra Congregazione, vi racconterà non già la descrizione di un sogno, ma quello che la stessa Beata Madre si compiacque di farmi vedere».
Continua quindi narrando il sogno, che riportiamo con le stesse sue parole, omettendo per brevità alcuni particolari. «Un giorno dell’anno 1847, avendo io molto meditato sul modo di far del bene alla gioventù, mi comparve la Regina del cielo e mi condusse in un giardino incantevole».
Quindi Don Bosco descrive il giardino, poi prosegue: «c’era un pergolato che si prolungava a vista d’occhio, fiancheggiato e coperto da rosai in piena fioritura. Anche il suolo era tutto coperto di rose. La Beata Vergine mi disse:
— Togliti le scarpe! —, e poiché me le ebbi tolte, soggiunse:
— Va’ avanti per quel pergolato; è quella la strada che devi percorrere.
Cominciai a camminare, ma subito mi accorsi che quelle rose celavano spine acutissime, cosicché i miei piedi sanguinavano. Quindi fatti appena pochi passi, fui costretto a ritornare indietro.
— Qui ci vogliono le scarpe —, dissi allora alla mia Guida.
— Certamente — mi rispose —; ci vogliono buone scarpe.
Mi calzai e mi rimisi in via con un certo numero di compagni, che avevano chiesto di seguirmi. Il pergolato appariva sempre più stretto e basso. Molti rami si abbassavano e si alzavano come festoni; altri pendevano perpendicolari sopra il sentiero. Erano tutti rivestiti di rose, e io non vedevo che rose ai lati, rose di sopra, rose innanzi ai miei passi. Mentre ancora provavo vivi dolori ai piedi, toccavo rose di qua e di là, sentendo spine ancor più pungenti; e mi pungevo e sanguinavo non solo nelle mani, ma in tutta la persona. Al di sopra anche le rose che pendevano celavano spine pungentissime, che mi si infiggevano nel capo. Tuttavia, incoraggiato dalla Beata Vergine, proseguii il mio cammino.
Intanto tutti coloro che mi osservavano, dicevano:
— Oh, come Don Bosco cammina sempre sulle rose! Egli va avanti tranquillissimo; tutte le cose gli vanno bene.
Ma essi non vedevano le spine che laceravano le mie membra. Molti preti, chierici e laici, allettati dalla bellezza di quei fiori, si erano messi a seguirmi con gioia, ma quando sentirono la puntura delle spine, si misero a gridare:
— Siamo stati ingannati!
Percorso un bel tratto di via, mi volsi indietro e con dolore vidi che mi avevano abbandonato. Ma fui tosto consolato perché vidi un altro stuolo di preti, chierici e laici avanzarsi verso di me dicendo:
— Eccoci: siamo tutti suoi, siamo pronti a seguirla».
Don Bosco continua dicendo che, giunto in fondo al pergolato, si trovò con i suoi in un bellissimo giardino, dove lo circondarono i suoi pochi seguaci, tutti dimagriti, scarmigliati, sanguinanti. Allora si levò una brezza leggera, e a quel soffio tutti guarirono come per incanto. Soffiò un altro vento e si trovò attorniato da un numero immenso di giovani, assistiti da molti preti e coadiutori che si misero a lavorare con lui.
Intanto si vide trasportato con i suoi in una «spaziosissima sala di tale ricchezza che nessuna reggia al mondo può vantarne l’uguale.
Era tutta cosparsa e adorna di rose freschissime e senza spine dalle quali emanava una soavissima fragranza. Allora la Vergine SS. che era stata la mia guida, mi interrogò:
— Sai che cosa significa tutto ciò?
— No — risposi —, vi prego di spiegarmelo.
Allora Ella mi disse:
— Sappi che la via che hai percorso tra le rose e le spine significa la cura che tu hai da prenderti della gioventù: tu vi devi camminare con le scarpe della mortificazione. Le spine per terra rappresentano le affezioni sensibili, le simpatie e le antipatie umane che distraggono l’educatore e lo distolgono dal vero fine, lo feriscono, lo arrestano nella sua missione, gli impediscono di raccogliere meriti per la vita eterna. Le rose sono simbolo della carità ardente che deve distinguere te e tutti i tuoi coadiutori. Le altre spine significano gli ostacoli, i patimenti, i dispiaceri che vi toccheranno. Ma non vi perdete di coraggio. Con la carità e la mortificazione tutto supererete e giungerete alle rose senza spine. Appena la Madre di Dio ebbe finito di parlare, rinvenni in me e mi trovai nella mia camera».




lunedì 28 novembre 2011

ELOGIO DELLA FOLLIA - STEVE JOBS





A tutti i folli.
I solitari.
I ribelli.
Quelli che non si adattano.
Quelli che non ci stanno.
Quelli che sembrano sempre fuori luogo.
Quelli che vedono le cose in modo differente.
Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo.
Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo.
Li potete glorificare o diffamare.
L’unica cosa che non potete fare è ignorarli.
Perché cambiano le cose.
Spingono la razza umana in avanti.
E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni.
Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.
Steve Jobs, Spot Apple 1997

giovedì 17 novembre 2011

Manuale di Sopravvivenza per Psico-Pazienti



MANUALE DI SOPRAVVIVENZA


Giorgio Nardone, ricercatore di fama internazionale e terapeuta egli stesso, ha saltato la barricata per unirsi alle schiere dei pazienti, calandosi nei loro panni ed esplorando da questa prospettiva le attuali offerte della psichiatria e della psicoterapia.
Quando ci ammaliamo ci troviamo di fronte alla scelta fondamentale, e importantissima, della persona che ci aiuterà a superare il momento difficile nel quale ci troviamo. Il crocevia della decisione è sempre arduo da affrontare, ma lo è molto di più se in quel momento non stiamo bene e siamo quindi più fragili, più confusi, più vulnerabili.
Se poi la malattia che ci affligge è una cosiddetta «malattia della mente», lo sconcerto davanti alla vastità dell'«offerta» può portare all'immobilismo o a una decisione non consapevole, casuale. Questo libro, ormai un classico del genere, rappresenta una guida preziosa e insostituibile per trovare il terapeuta giusto con il minimo costo personale, esistenziale ed economico.

mercoledì 9 novembre 2011

Rispetta quello che sei

Un altro video tratto da film del 2006 e basato su una storia vera.
Trovo che spesso lo sport sia molto vicino alla vita vera, un mondo ad essa parallelo, e dalla vita di grandi uomini che ne hanno fatto parte possiamo trarre insegnamenti per crescere e vivere meglio la nostra vita, in qualsiasi modo noi abbiamo deciso di viverla.




domenica 6 novembre 2011

Il sapore della vittoria

Il sapore della vittoria è un film del 2001 narra le vicende (realmente accadute) della squadra di  narra le vicende (realmente accadute) della squadra di football americano del liceo T.C. Williams High School di Alexandria (Virginia).
E' un bellissimo esempio di integrazione, il nuovo coach di pelle nera, riesce con vari espedienti e motivazioni e fare di due gruppi di ragazzi nettamente distinti e separati dalle tenzioni razziali una vera squadra, unita e in grado di vincere il campionato.










giovedì 3 novembre 2011

Steve Jobs Walter Isaacson



La storia vera di Steve Jobs, l'uomo che ha cambiato il modo di lavorare e di pensare di milioni di persone.


Non ho ancora letto questo libro ma lo farò molto presto, da quel poco che fino ad oggi ho potuto leggere e ascoltare sul di lui, ho capito che era veramente un grande uomo. In un post precedente ho già pubblicato il discorso all'università, ed ho voluto pubblicarlo nella lingua originale perchè penso tocchi più in profondo gli animi.
Molti uomini e donne hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di cambiare il loro modo di pensare e di conseguenza di lavorare e quindi di vivere grazie alla sua influenza. Sarebbe bello se questo continuasse a succedere ancora, leggendo e studiando la sua vita il suo pensiero.


"Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario."

Mari

lunedì 31 ottobre 2011

Il coraggio di parlare di Gina Bassi


Il coraggio di parlare è un libro che ho letto un bel pò di anni fa, quando frequentavo la 3° classe della scuola media inferiore, fu un libro che riscosse molto successo fra tutti gli studenti, ci ha tenuti stretti dall'ansia per quello che succedeva a Vincenzino, ci ha avvicinati alle realtà mafiose e malvage che proliferano nella nostra società e allo stesso tempo ci ha fatti sognare nella possibilità di un mondo migliore. Anche se solo ragazzini anche noi avremmo potuto dare il nostro contributo per una società migliore. Ecco cosa ricordo ancora della trama di questo bellissimo libro.
Vincenzino Melito, un ragazzo di tredici anni, è nato in una famiglia povera di Borgo Calabro, un piccolo paesino della Calabria. Per dare un aiuto alla famiglia cerca di lavoro, e viene avvicinato da uno spacciatore, don Gino, che gli propone di vendere, dietro compenso, una sua "medicina". Inizialmente il ragazzo non si rende conto di cosa si tratti in realtaà. Successivamente un altro mafioso, Don Carmelo, gli affida, sempre dietro un buon compenso un delicato compito, consegnare delle lettere a persone, che si scoprirà essere pezzi grossi della ‘ndrangheta. Il ragazzo diventa involontariamente complice di questi uomini, quando si rende conto della situazione in cui si trova, non potendo raccontare a nessuno quello che gli stava accadendo, a causa delle minacce che riceveva, decide di scappare da Borgo Calabro e va a Roma da suo cugino prete. Grazie a questi trova lavoro a Busto Arstizio presso Mario Bianchi, un imprenditore onesto e gentile che lo accoglie in casa come un figlio. La ‘ndrangheta però non lo lascia in pace, lo segue a Roma e continua a minacciarlo e perseguitarlo. Vincenzino, sfinito e distrutto psicologicamente e ficamente dall'oppressione della 'ndrangheta, decide di raccontare tutto ai carabinieri. Grazie alla sua testimonianza una grossa banda di 'ndraghetisti viene arrestata e, anche la gente del suo paese, che viene a sapere il fatto accaduto, riconosce in Vincenzino un eroe.


giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi - I volti del potere


Muammar Gheddafi è stato ucciso oggi 20/10/2011.

Un libro per conoscerlo




L'erede di Nasser alla disperata ricerca dell'unità araba, il rivoluzionario del socialismo islamico, l'"oppositore su scala mondiale", l'avanguardia della liberazione dell'Africa dai suoi padroni, l'interprete eretico del messaggio coranico, il sostenitore del terrorismo "ideologico" dei cosiddetti movimenti di liberazione nazionale, l'oppressore, infine, di quel popolo libico di cui si è sempre dichiarato guida e difensore. Qual è il vero volto di Mu'ammar Gheddafi? Il libro - che esce mentre in Libia è in atto una guerra dall'esito incerto - ripercorre sinteticamente la vita del leader arabo da quarantanni al potere e ne racconta le ambiguità, le "amicizie", i ricatti, gli eccessi, focalizzando l'attenzione sui rapporti e sugli interessi economici che hanno legato e continuano a legare il dittatore libico al nostro paese.

giovedì 13 ottobre 2011

Steve Jobs

Dal discorso di Steve Jobs ai laureandi della prestigiosa università di Stanford nel 2005.

"Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. La prima storia è sull’unire i puntini. Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho lasciato perdere? È cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di darmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Diciassette anni dopo, andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Non è stato tutto rose e fiori, però. 
La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita. Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Wozniak e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in dieci anni Apple è cresciuta da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Poi l'ho dovuta lasciare (...)
Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia. (...)
La mia terza storia è a proposito della morte. Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: «Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione». (...) Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte (...) Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore. Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la tac alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. (...) Anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della vita. È l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità. Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. (...) Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. (...) Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: «Stay Hungry. Stay Foolish». Siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio (...) "










Pensare Come Steve Jobs di Carmine Gallo

lunedì 3 ottobre 2011

The China Study di T. Colin Campbell, Thomas M. Campbell

GUARIRE MANGIANDO, finalmente si può.

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T. Colin Campbell, assieme al figlio Thomas M. Campbell II, ha effettuato il più importante studio epidemiologico mai realizzato, è durato 27 anni in collaborazione con diverse università ed è giunto alla conclusione che la sana nutrizione è la vera scienza biomedica del futuro. 
T. Colin Campbell afferma che i medici non sanno esattamente cosa consigliare per rimanere in buona salute, come ad esempio il continuo controllo di grassi e carboidrati non significa necessariamente ottenere una buona salute. Mentre diversi tipi di cancro sembra dipendano dal consumo eccessivo di proteine animali, mentre per gli uomini i latticini aumentano il rischio di cancro alla prostata.
Sono tantissime le informazioni contenute in questo libro che ci possono aiutare a vivere una vita più sana e lunga.
I principali risultati di questo studio riguardano: 

Obesità

Colesterolemia e malattie cardiovascolari

Cancro

Cancro della mammella

Cancro del colon

Cancro del fegato

Cancro dello stomaco

Cancro del polmone

Osteoporosi

Anemia da carenza di ferro

Sindrome premestruale e sintomi da menopausa

 

The China Study scontato su "Il giardino dei libri.it"

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martedì 27 settembre 2011

Il Segreto per Guarire di Claudia Rainville



Il Segreto per Guarire di Claudia Rainville


La medicina tradizionale vede la malattia come un'alterazione dovuta all'attacco di forze esterne. La sua strategia è il conflitto, il suo obiettivo la sconfitta del nemico (a volte, a costo della morte). La Metamedicina, invece, considera la malattia come la manifestazione fisica di un disagio profondo. Il suo scopo è fare la pace con le cause reali del disturbo.

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I vaccini ci proteggono davvero dalle malattie? Gli antibiotici possono essere nocivi? Si può combattere il tumore anche attraverso la risoluzione di un trauma emotivo? Sempre più spesso l'autorità assoluta della medicina tradizionale è messa in dubbio, forse perché rischia di occuparsi solo dei sintomi e non della causa del malessere; sempre più spesso i pazienti rivendicano un ruolo attivo nella scelta delle cure e nella gestione della malattia.
Questo libro, basato sui principi della Metamedicina - che si occupa di ciò che è racchiuso nel nostro vissuto e che di frequente è all'origine di molti disturbi fisici -, risponde all'esigenza di nuove prospettive terapeutiche.
Sfatando miti e convinzioni radicate, Claudia Rainville ci guida alla conoscenza del nostro corpo e dei suoi meccanismi naturali.
Ciò che definiamo "patologia", infatti, è in realtà un insieme di sforzi compiuto dall'organismo per cercare di far fronte a una situazione negativa. La prima fase di questo processo - i sintomi - è quella che per i suoi effetti attira la nostra attenzione; la successiva è quella riparatrice. Intervenendo soltanto sui sintomi, come fa la medicina tradizionale, si impedisce quindi al corpo di risolvere la crisi.
Dopo averci restituito la fiducia nelle nostre risorse l'autrice - attraverso le tecniche che lei stessa applica a migliaia di pazienti - ci insegna a individuare il punto debole interiore, il "terreno" psicologico che ha favorito lo squilibrio e l'ha tradotto in malattia.
In ognuno di noi è già presente tutta l'energia necessaria per innescare il processo di guarigione: dobbiamo solo imparare ad attivarla.

In questo libro Claudia Rainville ci aiuta ad avviare il processo di autoguarigione attraverso alcuni passi fondamentali:
  • La scoperta dell'interazione tra corpo e cervello emozionale 
  • Il rispetto del nostro bioritmo 
  • La conoscenza del nostro sistema di difesa 
  • La comprensione dei meccanismi e della natura del cancro 
  • Il concetto del risanamento definitivo e non solo dell'eliminazione dei sintomi 
  • La consapevolezza e l'attivazione dentro di noi dell'energia capace di guarirci 
  • La liberazione dai conflitti alla base delle patologie per conquistare una vera salute, fisica e mentale. 
DISPONIBILE SU ILGIARDINO DEI LIBRI

    lunedì 12 settembre 2011

    I sogni di mio padre di Barack Obama


    In assoluto uno dei libri più belli che ho letto. Questo libro scritto dall'attuale presidente degli Stati Uniti d'America nel 1995 e arrivato in Italia solo nel 2007, è veramente interessante. Nel libro Barack racconta dei suoi primi trent'anni, e da questi racconti si capisce la ricchezza di esperienze vissuta sin dalla nascita, il rapporto con il razzismo, l'importanza della figura molto particolare del padre, la madre, che, pur vivendo delle situazioni non proprio comuni, offre possibilità di confronto a molte donne-mamme ancora oggi, i nonni materni, due persone particolari dalla mentalità aperta rispetto al periodo in cui hanno vissuto. 
    USA, Indonesia, Kenia,.......
    Un uomo che nei suoi primi trent'anni racconta esperienze, prese di coscienza, dolori, gioie, conoscenze che pochi hanno vissuto in una vita intera. Questo libro aiuta a conoscerlo, a capire come si sia formata la ricchezza interiore, le capacità comunicative, in lui ciascun americano e non americano trova una parte di se stesso, questo spiega la sua vittoria.
    Importanti i valori che gli trasmette la madre: correttezza, sincerità, onestà, autonomia di giudizio; ma anche i principi che ha imparato con lo sport: non far trasparire le proprie emozioni, specie se di paura, non sfidare a meno che non si è sicuri di poter andare fino in fondo; ancora più importante il suo ricorrere alla lettura per capire eventi, situazioni, sentimenti.
    Straordinario.






    martedì 6 settembre 2011

    TI AMO COME SEI (tratto da Pensieri sull'amore)

    Io prendo te
    così come tu sei,
    con i tuoi momenti
    belli e brutti,
    con i tuoi gusti e le tue uscite,
    con la tua gentilezza
    e la tua ruvidezza,
    con la tua intuizione
    e la tua ingenuità,
    con la tua speranza
    e la tua disperazione,
    con la tua semplicità
    e la tua incertezza,
    con la tua fede cristallina
    e i tuoi dubbi lancinanti.
    Io prendo te così come tu sei,
    anche se un giorno
    potresti essere
    del tutto diverso.



    martedì 30 agosto 2011

    L'energia del vuoto di Bruno Arpaia




    Emilia, responsanbile di un progetto sul più potente acceleratore di particelle al mondo, non è più tornata a casa dal lavoro. Suo marito scappa con il figlio. Un intrigo internazionale da finalista premio strega 2011.







    lunedì 1 agosto 2011

    Shira - L’angelo nero di Valentina Raffa

    Shira - L'angelo nero è il primo libro della giornalista Modicana Valentina Raffa. L'autrice ha saputo raccogliere in un breve racconto (100 pagine all'incirca) tanti generi diversi, potendo così allargare il suo raggio di lettori ai gusti delle varie età. L'impronta fantasy della protagonista si intreccia con l'amore quasi romantico con Dan, anche lui divenuto cavaliere oscuro, amore che porta entrambi ad andare contro la propria nuova natura, che comunque li divide. Il male contro cui combattono Shira e Dan è invece molto reale e vicino, si ambienta in una città siciliana "Mesia" e si rivela una vera e propria denuncia contro i mali che affliggono la società sicula ma anche la società in generale. Attraverso le sentenze di condanna contro i malvagi che Shira esegue per Dio, l'autrice denuncia il maltrattamento degli animali, lo sfruttamento della prostituzione, del lavoro minorile, la corruzione che devastano la società. C'è dunque un impronta filosofica, e allo stesso tempo cupa e avventurosa, ma tocca anche il tema spirituale e il rapporto con Dio.
    Un mix che potrebbe essere considerato, come già è stato detto, come l'inizio di un nuovo stile, il "fantasy-siciliano".
    Un libro sicuramente da leggere e da tenere nella propria libreria.In attesa, naturalmente, dei prossimi lavori dell'autrice.


    Mary.





    lunedì 25 luglio 2011

    Single incazzate-Rossela Anelli

    Dopo il Volume:<< Single per forza>> edito da -Il Foglio- Rossella Anelli
    torna sugli scaffali delle migliori librerie con il suo nuovo romanzo :
    <>  pubblicato  dalla stessa casa Editrice.

    Anche in questa opera narrativa, Rossella Anelli mette a nudo con acuta
    intelligenza, tutte le difficoltà, gli ostacoli e i problemi che le donne
    single sono costrette ad affrontare in un Paese come l’Italia che risulta non
    solo  palesemente influenzato dalla Chiesa, ma per diversi motivi appare
    inspiegabilmente invischiato in una mentalità sessista e circuita da una
    complessa struttura “castale” I capitoli relativi alle vicende professionali di
    alcune protagoniste, mettono in risalto lo sciovinismo maschilista che si
    evince nella maggioranza delle aziende italiane, una peculiarità che (come cita
    l’autrice) è paragonabile solo (e non a tutti) i Paesi in Via di sviluppo.

    Il romanzo di Rossella Anelli, ha senza dubbio il merito di puntare dritto il
    dito contro quelle dinamiche sociali che incomprensibilmente restano ai margini
    sia dei Media, sia degli studiosi del campo. L’autrice lo fa con un linguaggio
    semplice, immediato, consono  e competente. Inoltre si può apprezzare le buona
    capacità tecnica circa l’uso della parola scritta  che altronde, la
    scrittrice,  aveva già palesato nella precedente pubblicazione.

    Personalmente suggerirei vivamente di leggere questo romanzo. Una lettura
    sicuramente inusuale gradevolissima e  allegra. Una domanda però mi resta
    irrisolta: <
    fronteggiare, sono solo il risultato di una società sciovinista, maschilista e
    retrograde, oppure il  modo di porsi delle protagoniste ha qualche indice di
    responsabilità?>>

    Recensone di Enza Iozzia




    sabato 16 luglio 2011

    INFERNAPOLI DI PEPPE LANZETTA

    Peppe Lanzetta, artista eclettico e versatile, è molto conosciuto nel mondo del cinema, ma non solo. La sua popolarità spazia dal teatro alla musica e, forse proprio per questo, non tutti sanno che la sua attività di scrittore è cominciata da più di un decennio con la Feltrinelli. Se nel noto libro di racconti "A Napoli tutti hanno un soprannome", redatto dal conterraneo Antimo Pappadia, ci veniva spiegato perchè ogni napoletano abbia un soprannome, nel suo ultimo lavoro "InferNapoli" (Garzanti, 2011) Peppe Lanzetta ce lo racconta attraverso un protagonista dall’epiteto veramente singolare: Vincent Profumo. Una storia avvincente dove il personaggio principale, per l’appunto Vincent Profumo (così soprannominato per l’incredibile quantitativo dell’omonima marca di profumo da lui utilizzata), interpreta un killer spietato e fuori dagli schemi tradizionali, un prototipo di capo camorrista con una personalità ambivalente e peculiare. Vero e proprio dottor Jekyll e mr. Hyde della malavita organizzata, il boss della camorra uccide spietatamente i suoi nemici ma poi, quando torna a casa, si commuove ascoltando la musica di Maria Callas. Vincent Profumo prova una stima e un’ammirazione verso la cantante lirica che col tempo si trasforma in mera ossessione. Una venerazione patologica che lo induce a battezzare le sue tre figlie col nome dell’indimenticabile soprano e cioè: MariaSole, MariaLuna e MariaStella. Oltre a raccontarci la difficile realtà partenopea, Peppe Lanzetta ci espone con una certa chiarezza di idee un dualismo che in fondo è in ognuno di noi. Un’ambivalenza che se resta nei limiti della normalità ci aiuta anche a vivere la vita in modo più pieno e appagante, ma quando sconfina nella malattia mentale arreca incalcolabili danni a se stesso, alla propria famiglia e all’intera società. Come insegnano le più elementari scuole di psicologia, infatti, il dualismo è inversamente proporzionale all’integrità psichica del soggetto, pertanto possiamo asserire senza ombra di dubbio, che il Signor Vincent, oltre ad essere un malavitoso, abbia anche seri disturbi mentali.

    Recensione di Enza Iozzia

    venerdì 1 luglio 2011

    MANNY TUTTOFARE (Download)

    MANNY TUTTOFARE

    I nuovi cartoni, belli e istruttivi.

    Manny Tuttofare (Handy Manny nell'originale inglese) è la serie di animazione in 3d rivolta ai bambini di età prescolare, che ha fatto il suo esordio nel 2006 all'interno del programma Playhouse Disney su Disney Channel. Il protagonista principale è il giovane Manny, un piccolo imprenditore che insieme ai suoi attrezzi animati e parlanti, è sempre pronto a risolvere qualsiasi problema tecnico: riparare mensole, aggiustare semafori, fissare pali e tanto altro. La serie è stata ideata da Roger Bollen, Marilyn Sadler, Emmy Award e prodotta da Rick Gitelson. Le animazioni sono state affidate agli studi canadesi della Nelvana.
    Manny di fronte a qualsiasi problema è sempre ottimista e confida nel suo ingegno e nella affidabilità dei suoi attrezzi. Fra questi troviamo Dente, la sega sempre pronta a tagliare l'impossibile.
    Philip il cacciavite a croce di colore giallo, che parla sempre a sproposito e sogna di diventare un grande regista. Pim il martello insicuro e un pò imbranato, visto come un pericolo da parte degli altri attrezzi, ma per fortuna Manny crede nelle sue grandi capacità. Becco è una chiave a pappagallo che si crea problemi inutili, non credendo molto nelle sue potenzialità in quanto è molto ansioso. Strizza è invece una piccola pinza, molto utile quando bisogna stringere qualche vite. Scatto è un metro estensibile molto pignolo, Manny ricorre sempre a lui quando bisogna prendere le misure prima di eseguire un lavoro. Infine troviamo Vito, un cacciavite a taglio dal manico blu, un pò geloso di Philip, che pensa di sapere tutto in quanto è il più anziano del gruppo.
    Quando viene trovata la soluzione del problema da parte di Manny, il gruppo degli attrezzi inizia a lavorare, cantando una simpatica canzoncina "Aggiustiamolo tutti dai, avvitalo, stringi dai, let's work togheter now, lavora insieme a noi. Taglia, calcola, battilo, sforzalo, serralo, qui ciascuno ha il suo compito e lavorano, all togheter aggiustiamo noi!". Il messaggio è quello che soltanto con un lavoro di squadra, dove vengono esaltate le capacità dei singoli, si possono risolvere i problemi.
    Manny TuttofareFra i vari personaggi troviamo il signor Lopart, che possiede un negozio di dolci al lato del laboratorio di Manny. Lopart è un pò imbranato, sempre pronto a cacciarsi nei guai quando deve salire in qualche scala o trasportare pacchi, nonostante i buoni consigli di Manny. Nell'episodio "Affari con le scarpe" Manny viene contattato dal Sig. Shepard, proprietario di un negozio di scarpe che vorrebbe una insegna a forma di scarpa per il suo negozio. Manny con l'aiuto del metro Scatto, la progetta e valuta la scelta dei materiali con il quale realizzare l'insegna. Purtroppo il signor Shepard è anche molto disordinato e non riesce mai a trovare le scarpe adatte ai suoi clienti. Manny decide quindi di costruirgli degli scaffali, per ordinare le scarpe del negozio, così oltre ad una bellissima insegna il signor Shepard riesce a servire meglio i suoi clienti e aumentare i suoi guadagni, grazie al prezioso aiuto di Manny e dei suoi attrezzi.



     Scarica gratis  un episodio di Manny Tuttofare
     

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    lunedì 27 giugno 2011

    Le ricette della nonna di Enza Iozzia

    Dopo aver letto un buon numero di recensioni della nostra grande amica Enza Iozzia, ecco finalmente il suo libro, Le ricette della nonna - alla scoperta di antichi sapori.
    La cosa bella dei libri di buone ricette, e queste lo sono, è quello che ti accompagnano sempre, magari non ogni giorno, ma ogni settimana sicuramente. Enza ha scritto un libro che non va letto e riposto nella libreria ma che trova un suo posticino all'interno di ogni cucina e ci accompagna alla scoperta o riscoperta di cibi buoni, genuini, mediterranei. Questo libro è anche un ottimo regalo, e  andrebbe tradotto per la vendita ai turisti, che oltre ad innamorarsi delle bellezze artistiche, culturali, paesaggistiche della nostra bella Modica, impazziscono per le "scacce", lo "Stufatu ri maiali", i "ravioli di ricotta", i "m'panatigghi!, il "cioccolato modicano" e tante, tante altre bontà che Enza ci insegna a cucinare.
    W Modica e la Sicilia

    W Le ricette della nonna

    lunedì 20 giugno 2011

    I dipinti di Elisabetta Manghi

    I dipinti di Elisabetta Manghi trasmettono principalmente passione, imprimendo un'infinità di intense e autentiche emozioni. I colori da lei dipinti,  generano un senso  di serenità tipico di chi  può far leva come lei su di una personalità forte. Il suo carattere solare inoltre,  la induce  a dipingere un dato oggettivo nella sua massima espressione. I quadri dell’artista  inviano   un messaggio  di forza,   ma al tempo stesso di armonia e di classe; se Elisabetta Manghi fosse una musicista classica , probabilmente la sua musica ricorderebbe Frédéric Chopin,  mentre se fosse una cantante di musica leggera forse  le sue canzoni ci riporterebbero la mente  la  cantautrice Mina  nei suoi anni migliori, di certo però, è che gli elementi che mette su tela la pittrice in questione, ci  trasportano sicuramente  in un turbine di passioni .

    Enza iozzia

    martedì 14 giugno 2011

    Il fattore Scarpetta di Patricia Cornwell

    Apre questo romanzo il triste riconoscimento del cadavere di una giovane donna, Toni Darien, uccisa da un violento colpo alla testa a Central Park, da parte della madre. Anche in questo terribile frangente la sensibilità e la professionalità di Kay Scarpetta che assiste la donna nella dolorosa incombenza, è messa subito in evidenza: poche e mirate domande, molto tatto nel parlare di alcuni particolari della morte, insomma una donna che, davanti a un'altra donna affranta, ha piena padronanza della difficile situazione: certamente giova l'esperienza, ma soprattuto la personalità. 
    Abbiamo fin da subito notizia del rapporto di Kay con la nipote, collaboratrice un po' spregiudicata della zia, che i lettori della Cornwell già conoscono. Privato e professione insomma ci appaiono subito come molto importanti per la storia. Sappiamo anche della sparizione di un'altra donna, una bella magnate della finanza di cui non si sa più nulla da giorni. Altra notizia preliminare è la partecipazione di Kay a una trasmissione televisiva della CNN, partecipazione che si rivelerà poi particolarmente importante per le indagini di un caso più complesso di quanto il gruppo investigativo avesse pensato, complicate da una strana telefonata...

    Ecco i principali problemi emersi. Prima di tutto non si riesce a determinare con precisione l'orario della morte: troppe cose non combaciano. Poi, che strano orologio portava la vittima, a che cosa doveva servire? che relazione ci poteva essere tra questa morte e la sparizione della miliardaria Hannah Starr?
    Un particolare: la vicenda si svolge nel periodo che precede di poco il Natale e l'atmosfera festosa piena di canti e di addobbi appare, visto il tema che si sta trattando, piuttosto fastidiosa e fuorviante, almeno così sembrano pensare i vari personaggi del romanzo. 

    Kay è sicuramente una vera protagonista, è lai a dominare la scena: lo pensano non solo i lettori, ma anche per tutti gli spettatori della CNN e, più in generale, i cittadini americani quindi è logico che le venga offerta un'intera trasmissione, Il fattore Scarpetta, da condurre. Conoscendo la sua psicologia e il suo rifuggire dal diventare uno stereotipo, è prevedibile (e sarà così) il suo rifiuto. Ma ecco che proprio le sue partecipazioni già in programma finiscono col complicarle la vita: la sua vita privata, i suoi affetti, il suo passato, le minacce che arrivano da là e che possono ricadere non solo su di lei ma anche sul marito e la nipote. E tutto ciò intrecciato al caso, o meglio ai due casi insoluti al centro della trama.

    Senza proseguire ulteriormente, solo da questi brevi cenni è evidente che in questo romanzo la Cornwell ha messo in atto tutte le strategie del buon narratore per tenere ben salda l'attenzione dei lettori. E infatti non c'è pagina che non aggiunga qualcosa, che non dia un'informazione in più, in cui la tensione non cresca di un po' fino a raggiungere l'apice nelle ultime risolutive e rasserenanti (si fa per dire) pagine.

    lunedì 6 giugno 2011

    Le piume non fanno rumore di Fornaciari Giada

    "Erano le nostre anime a fare l'amore e lo facevano meglio di come avrebbero saputo farlo i nostri corpi giovanissimi" è il ricordo che illanguidisce Aurora, allorché le torna alla memoria l'amore perduto di Ferdinando: un amore intenso, la cui mancata consumazione ha conferito, col trascorrere del tempo, un’invincibile purezza.

    "Sono stati dieci anni di domande, di paura, di telefonate mai fatte, di lettere mai spedite, solo brevi messaggi pieni di rimpianto e desiderio. Non bisognerebbe mai lasciare un amore a metà, si rischia di guardare negli occhi la gente per cercare un pezzetto di chi si é perduto."

    Attraverso Le piume non fanno rumore (Altromondo Editore - 134 pag. – 12 €) Aurora affronta un viaggio d'introspezione alla ricerca di se stessa: è solo attraverso la lente della sopraggiunta maturità che, finalmente, riesce ad apprezzare ciò che durante l'adolescenza la infastidiva, dai grandi temi ai piccoli, compreso il profumo delle polpette al sugo della mamma, che tanto l’aveva infastidita da adolescente.

    Cose che oggi sanno di amore, di serenità, d’innocenza: valori che avrebbe voluto vivere al tempo giusto dei suoi dieci anni, ma che, si accorge con sorpresa, sono ancora recuperabili.

    In quest’ottica rivaluta anche il rapporto affettivo che lega i suoi genitori e il calore della famiglia, che interiorizza intimamente, sia pure col rimpianto di non essere riuscita a farlo vent’anni prima.

    Ma non si può viaggiare a ritroso nel tempo, purtroppo, anzi a volte sembra quasi che il destino voglia prendersi beffe di chi cerca di recuperare ciò che il fluire del tempo ha portato via, umiliandone gli sforzi profusi.

    Ma se a volte sembra quasi che lo scorrere del tempo voglia prendersi gioco di chi cerca con tutte le proprie forze di disseppellire dal passato piccoli e grandi tesori smarriti, la realtà è che se la Vita sa prendere molto, altrettanto, a saperla assecondare ed accettare per quel che è, è capace di donarci ogni momento, anche inaspettatamente.




    Recensione di Enza Iozzia

    venerdì 3 giugno 2011

    In cosa mai siamo mortali? di Milo Cesario

    "È l’amore che fa più rumore della luna che cade sulla terra!"
    Questa raccolta di prose poetiche usa le armi linguistiche dei parnassiani, una sintassi semplice per far sentire il colpo più in fondo. In questo libro si trova la caccia brutale al disincanto, la follia di fidarsi delle suggestioni, qui si troverà ciò che il mondo crede sia solo una bella fiaba ma che invece è la realtà, è il dono della vita. Dal silenzio alla follia, in questo libro la magia è di casa, la parola è – rarissima, ormai – sincera.
    “In cosa mai siamo mortali?”, di Cesario Milo, edito da editrice zona, nel gennaio 2011, la verità è coraggiosa si intende chiaramente nel libro, basti vedere come gli uomini, per questa volta presi dal profilo migliore, abbiano fatto cadere Re, alcuni abbiano fatto miracoli, altri regalato beatitudini come la pace o la libertà ad intere nazioni; quindi si intende dal libro che la verità ha bisogno di un narratore coraggioso, quasi immacolato per essere raccontata e impaglia nei suoi versi tutti coloro che hanno il microfono in questi tempi di assoluta menzogna.
    Le parola misericordia, compassione, magia, miracolo o prodigio? Non esistono nella realtà della carne e non esistono nemmeno nella fantasia, poiché troppo ampie per la mente tali sensazioni dell’anima, “ho imparato dagli alberi la maggior parte di ciò che so”, e ancora, il poeta riesce, analizzando il legame fra uomo e vita a sottolineare, la presenza troppo evidente di innumerevoli soprannaturalità che noi ci lasciamo sfuggire o consideriamo sviste: parte dal vangelo spiegando come la frase di Gesù: “è più facile che passi un cammello per la cruna di un ago, che un ricco nel regno dei cieli” faccia coppia perfettamente col mondo reale dei capi di stato corrotti e delle multinazionali che stanno ammalando il pianeta azzurro, oppure come gli indiani parlando dell’ego e del se tramite l’induismo riescano a raccontare perfettamente come un uomo possa illuminarsi e realizzarsi, come possa compiere un percorso spirituale”inesistente” ma che porta alla pace nella vita reale, cosa che un occhio attento può notare come perfetta descrizione dei meccanismi interpersonali attuali, che i distratti dal neocapitalismo chiamano stress, follia, malattia mentre è solo la causa effetto della vittoria dell’ego sul se, solamente la causa- effetto dei nostri errori, il karma del mondo. 

    tratto dal libro:
    "Mi guardai intorno, avvertii l’aria satura di tradimenti,
    gli alberi covavano agguati, l’usignolo si scioglieva,
    come se la galassia suonasse le ultime note inascoltate.
    Io non potevo far altro che allearmi alle frane severe,
    seguire le battaglie squillanti dello sconosciuto splendore,
    questa nostra personale apocalisse,"


    lunedì 23 maggio 2011

    L’inverno dello straniero di Gionatan Squillace

    Il romanzo d’esordio è: -L'inverno dello straniero- L’autore è un giovane brillante scrittore al suo esordio. Un libro  che “rapisce” il lettore e lo accompagna in un viaggio buio, folle e senza ritorno; un  percorso inquietante dove appare subito impossibile sfuggire da una terribile fine.  Tante vittime, in una strada ripida della montagna valdostana ad ucciderle però, è uno solo il killer : Il risorto! Oltre al loro massacro, Cos'hanno in comune le vittime? L’assassino! Lui è tornato, più spietato che mai, ma da dove? Da quale terribile passato?  E ancora: può  un  lucido assassino portare rispetto per le sue vittime dopo averle freddate?  O i suoi riti rappresentano solo una manifestazione psicotica del delirio di un maniaco?:- Bastardello, bastardello resterai, di stracci e sterco vestirai vipere e sassi mangerai. Bastardello, bastardello morirai.- Questa cantilena riecheggia sempre  nella mente de : Il risorto prima  di colpire le sue vittime. Un indizio? Un vaneggiamento?
    Un  libro “cinematografico” (come lo definisce l’autore), destinato a tutte le persone amanti del noir  ma anche a lettori non particolarmente vessati, perché nei profili psicologici dei protagonisti, troveranno  quasi certamente affinità caratteriali, peculiarità che farà riflettere chiunque si troverà tra le mani questo Scritto.
    Autore: Gionatan Squillace
    Titolo: L’inverno dello straniero
    Edito da Pendragon
    Prezzo Euro 12 (Pag 78)


    Recensione di Enza Iozzia





    lunedì 16 maggio 2011

    Carpe diem. L'alba e il tramonto di una vita sono un batter d'occhio nell'eternità di Dana Roberto





    Carpe Diem" Cogli l'attimo! Comunemente, e per tutta una vita, si abusa di tabacco, d'alcool, d'ipercalorie, mangiando qualsiasi cosa capiti e in modo totalmente indiscriminato. Non ci si cura per niente del proprio organismo. Lasciamo che lo stress ci mortifichi senza reagire. Non si pratica alcuna un'attività sportiva, si va a letto quasi sempre tardi, non si attiva la propria mente, né tanto meno [leggi tutto ...] l'intelletto. Per poi correre ai ripari come detto poc'anzi, quando è evidentemente troppo tardi, vale a dire quando si è già diventati anziani! Purtroppo ci diamo molto da fare esclusivamente sotto il puro profilo materialistico cercando di arricchire ed accumulare beni e denaro già all'inizio del nostro percorso lavorativo, per la propria futura "sicurezza-vecchiaia". Tutta la nostra energia è diretta esclusivamente verso questo scopo. Spiego quindi come mantenersi in perfetta ed eccellente forma fisica-mentale grazie ad un ricercato ed utilissimo stile di vita "in parallelo", vale a dire: La salute ed il benessere fisico da una parte, l'apertura mente-psiche-spirituale dall' altra. Un connubio più che vincente e convincente



    Tratto dal libro

    Uno più uno uguale ottima alleanza

    Sin da giovane mi sono sempre imposto due cose che ora consiglio vivamente ai giovani di oggi: quelle cose che d'altronde ho seguito come regola ferrea per tutta la mia vita. Il Movimento, vale a dire il moversi fisicamente ed impegnativamente con una seria attività fisica soprattutto continua.
    .............................................................................
    In secondo luogo esiste l'assoluta e impellenmte necessità di "smuovere" allo stesso tempo la cosiddetta materia grigia, in pratica l'intelletto.



    lunedì 9 maggio 2011

    Peter Pan - il bambino che non voleva crescere

    Favole e autostima
    Il personaggio di Peter Pan nasce dal testo teatrale del romanziere scozzese James Matthew Barrie scritto nel 1904, dal titolo "Peter Pan il ragazzo che non voleva crescere" e nel 1911 con il titolo "Peter e Wendy" divenne un libro di grande successo. A dire il vero Peter Pan fa la sua prima comparsa già nel 1902 all'interno della novella "Le avventure nei giardini di Kensington" (noto anche come "L'uccellino bianco") sempre di James Barrie. Fu una delle favole preferite di Walt Disney, che contribuì notevolmente alla costruzione del suo immaginario fantastico, tanto che da bambino, interpretò il ruolo di Peter Pan in una rappresentazione teatrale scolastica.  Il film fu realizzato nel 1953 con il titolo "Le avventure di Peter Pan" e divenne subito un successo mondiale. Prodotto da Walt Disney che seguì ogni parte della sua realizzazione, venne diretto da Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske per una durata di 76 minuti, mentre la splendida colonna sonora la si deve a Frank Churchill, Sammy Fain, Ted Sears, Oliver Wallace e Jack Lawrence. Walt Disney volle riprendere fedelmente il personaggio di James Matthew Barrie, che fino a quel momento (vedi il film Peter Pan del 1924) era stato interpretato da attrici. Grazie alle innovative tecniche di animazione dell'epoca, Walt Disney restituì a Peter Pan tutte le caratteristiche del personaggio originale: un bambino ribelle, che si muove leggero come l'aria.
    La storia ha inizio una sera, in un appartamento londinese, quando i coniugi Darling si preparano per andare ad una cena importante, ma Agemine non trova i suoi gemelli e la sua camicia. Intanto nelle stanze superiori i figli Gianni e Michele giocano nel rivivere le gesta di Peter Pan e Capitan Uncino, i personaggi della loro fiaba preferita, che la loro sorella maggiore Wendy, gli racconta ogni notte prima di addormentarsi. I tre bambini vengono accuditi dalla loro balia Nana, che pur essendo un cane, si prende cura di loro rimettendo in ordine la cameretta e preparandogli lo sciroppo che devono prendere tutte le sere. Incurante di tutto questo Agemone Darling entra come una furia nella camera, alla ricerca dei suoi gemelli e della camicia, che trova completamente pasticciata e trasformata in una mappa dell'isola del tesoro di Peter Pan. Agemone ordina a Wendy di non raccontare più ai suoi fratellini quella fiaba e di trasferirsi da domani nell'altra camera, in quanto non era più una bambina, avendo ormai raggiunto l'età di 12 anni. Anche Nana riprese il ruolo di cane da guardia e venne legata nel cortile. Tuttavia Wendy credeva nell'esistenza reale di Peter Pan, al punto che riteneva di averle rubato la sua ombra, dopo esserle stata strappata da Nana e che quindi un giorno sarebbe tornato a riprenderla. Quella stessa notte, quando i bambini dormivano da soli, senza la protezione di Nana, arrivò Peter Pan in compagnia dell'inseparabile fatina Trilli, che entrò dalla finestra e frugò per tutta la stanza alla disperata ricerca della sua ombra. Venne trovata da Trilli all'interno di un cassetto, ma essendo ribelle come il suo padrone, l'ombra non voleva saperne di essere catturata. Quel chiasso sveglia Wendy, che felice di quell'incontro si prodiga nel ricucire l'ombra di Peter Pan. Wendy confida a Peter Pan che da domani non potrà più raccontare le fiabe, in quanto deve diventare adulta. Peter Pan è terrorizzato dall'idea di crescere, pertanto invita Wendy a partire con lui verso "L'isola che non c'è" per raccontare le fiabe ai bimbi sperduti. Wendy è così felice che cerca di dare un bacio a Peter Pan, ma viene fermata dalla gelosissima Trilli, che le tira i capelli prendendola per la coda. Intanto si svegliano anche Gianni e Michele, anche loro desiderosi di partire verso l'isola delle loro fantasie. L'unico problema è quello di riuscire a volare, ma nonostante tutti i loro sforzi non riescono a spiccare il volo. Grazie alla polvere di fata, che Peter Pan gli sparge addosso tramite Trilli, i tre bambini possono finalmente librarsi nell'aria e prendere il volo dalla finestra della loro cameretta, verso L'isola che non c'è, attraversando la splendida città notturna di Londra. La direzione è semplice: seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino. Arrivati nell'isola i ragazzi possono vedere l'isola dall'alto ed individuare i luoghi raccontati dalla fiaba di Wendy: il golfo delle sirene, l'accampamento degli indiani e la nave dei pirati di Capitan Uncino, che senza tanti complimenti gli prende a cannonate. Peter Pan ordina a Trilli di portare al sicuro Wendy, Gianni e Michele in quanto lui dovrà vedersela con Capitan Uncino. Questi è ossessionato dall'idea di vendicarsi di Peter Pan, in quanto durante un combattimento il ragazzo gli ha tagliato una mano, che è andata a finire in pasto ad un terribile coccodrillo. Da quel giorno il coccodrillo lo segue dappertutto, nella speranza di divorare il Capitan Uncino per intero. Intanto Trilli disobbedisce a Peter Pan e arrivata per prima nel rifugio dei bimbi sperduti, per dire di abbattere Wendy, in quanto è un minaccioso uccello. I bambini lanciano verso la ragazza tutte le loro armi e questa precipita al suolo. Per fortuna viene presa in volo da Peter Pan che le salva la vita e rimprovera i bambini per quanto accaduto. Questi si discolpano, dicendo che avevano avuto l'ordine da Trilli. Peter Pan bandisce Trilli dal suo regno per una settimana e porta Wendy a scoprire l'isola verso la baia delle sirene, mentre Gianni e Michele, insieme ai bimbi sperduti si dirigono presso il territorio indiano. Vengono però catturati dai pellerossa e legati al palo della tortura, ma i bimbi sperduti non sembrano preoccupati in quanto il combattimento con gli indiani non è altro che un gioco. Capo Toro in piedi questa volta fa sul serio, in quanto accusa i ragazzi di avere rapito sua figlia Giglio Tigrato e minaccia di scotennarli. Intanto Peter Pan e Wendy dopo aver incontrato le sirene, vedono Capitan Uncino e l'inseparabile marinaio Spugna, che si dirigono con una barca presso la roccia del teschio, dopo aver rapito Giglio Tigrato. All'interno della caverna Capitan Uncino cerca di far rivelare alla giovane squaw, dove si trova il nascondiglio di Peter Pan, in caso contrario morirà affogata con l'innalzamento del mare provocato dall'alta marea. In suo aiuto arriva Peter Pan che affronta Capitan Uncino in duello, dopo essersi preso gioco di lui. Durante il combattimento Peter Pan ha la meglio e Capitan Uncino deve darsela a gambe, inseguito dall'affamato coccodrillo e implorando l'aiuto del suo fedele Spugna. Dopo aver riportato Giglio Tigrato al suo accampamento, capo Toro in Piedi organizza una festa di ringraziamento per Peter Pan e i suoi amici, al quale regala un copricapo indiano e lo nomina Aquila Volante. Intanto Trilli che se ne stava in disparte, guardando in lontananza i festeggiamenti nel campo indiano, viene catturata da Spugna e portata da Capitan Uncino. Venuto a conoscenza della gelosia di Trilli nei confronti di Wendy, Capitan Uncino cerca di servirsi della fatina per venire a conoscenza del rifugio di Peter Pan, pertanto gli chiede di aiutarlo per rapire Wendy. Trilli così, cade nel tranello e rivela che Peter Pan si trova nell'Albero dell'Impiccato. All'interno del rifugio, troviamo Wendy che fa comprendere ai bimbi sperduti cosa significa avere una vera mamma. I bambini sconsolati, vogliono tornare a casa per vedere le loro mamme, ma Peter Pan va su tutte le furie. Ad attenderli fuori ci sono Capitan Uncino e i suoi pirati, che li rapiscono e mandano un pacco regalo a Peter Pan contenente una bomba ad orologeria. Dopo una serie di vicissitudini, avventure e combattimenti mozzafiato i tre ragazzi a bordo di un magico vascello, ritorneranno nella loro cameretta, giusto in tempo per il rientro dei loro genitori, i quali troveranno Wendy addormentata vicino alla finestra.






    mercoledì 4 maggio 2011

    Non uccidete Bin Laden

    Il sergente John Wilson, tiratore scelto dei Berretti Verdi, corpo d'élite dell'esercito degli Stati Uniti, sta per eliminare il terrorista più ricercato del pianeta: Osama bin Laden. Ma all'ultimo istante giunge il contrordine. Chi ha interesse a mantenere vivo e libero lo sceicco del terrore? La risposta è: una potente organizzazione i cui componenti hanno in pugno la produzione mondiale degli armamenti. Un servizio segreto indipendente, guidato da un ex agente dell'FBI e da un ex ufficiale dell'esercito italiano, si mette sulle tracce di Bin Laden, dando inizio a una caccia spietata nella quale vengono coinvolti anche i soldati italiani in missione all'estero. Una spy-story, scritta da un esperto del settore, che scava nei segreti inconfessabili della lotta al terrorismo internazionale di matrice islamica.

    sabato 23 aprile 2011

    La signora dell’arte della morte di Ariana Franklin

     
     
    E' la Pasqua del 1170 nella contea di Cambridge quando il grido di un bambino lacera la notte. Una richiesta di aiuto che ancora vibra di speranza, ma il luogo è troppo isolato e la giovane voce troppo flebile per essere udita da orecchio umano. A un anno di distanza, il convento della città vende già le reliquie del piccolo Peter e chiede che sia fatto santo. Il corpo, affiorato dal fiume, sembrava portasse addosso i segni della crocifissione. Nel frattempo, altri tre bambini mancavano all’appello: in tutti i casi, sul luogo della scomparsa qualcuno aveva lasciato una stella a cinque punte fatta di rametti intrecciati, come una stella di Davide incompleta e questo fece si che si scagliassero tutti contro la comunità ebraica, costretta a rifugiarsi nel castello del re. I tre cadaveri vennero ritrovati lo stesso giorno in cui giunse, dal Regno di Sicilia, una insolita delegazione incaricata di far luce sui delitti: un ebreo come agente segreto, un Moro eunuco come guardia del corpo e una giovane donna come “medico legale”. Adelia, formatasi alla prestigiosa università di Salerno ed esperta nell’arte della morte, avrebbe datoe voce a quei corpi di bambini svelando la verità.

    lunedì 18 aprile 2011

    Togliamo il disturbo di Paola Mastrocola



    La scuola ha fallito, facendo danni ad un intera generazione. Questo libro è una battaglia, perchè la cultura non abbandoni lanostra vita e prima di ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto.
    E' anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento.
    Infine, è la mia personale preghiera ai giovani, perchè scelgano loro, in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione, sociale e soprattutto familiare. e perchè, in un mondo che li vezzeggia, li compatisce e ne alimenta il vittimismo, essi con un gesto coraggioso e rivoluzionario scelgono se studiare o no, sovvertendo i luoghi comuni che da almeno quarant'anni ci opprimono.
    Tratte da: Paola Mastrocola




    Intervista all'autore: