lunedì 27 giugno 2011

Le ricette della nonna di Enza Iozzia

Dopo aver letto un buon numero di recensioni della nostra grande amica Enza Iozzia, ecco finalmente il suo libro, Le ricette della nonna - alla scoperta di antichi sapori.
La cosa bella dei libri di buone ricette, e queste lo sono, è quello che ti accompagnano sempre, magari non ogni giorno, ma ogni settimana sicuramente. Enza ha scritto un libro che non va letto e riposto nella libreria ma che trova un suo posticino all'interno di ogni cucina e ci accompagna alla scoperta o riscoperta di cibi buoni, genuini, mediterranei. Questo libro è anche un ottimo regalo, e  andrebbe tradotto per la vendita ai turisti, che oltre ad innamorarsi delle bellezze artistiche, culturali, paesaggistiche della nostra bella Modica, impazziscono per le "scacce", lo "Stufatu ri maiali", i "ravioli di ricotta", i "m'panatigghi!, il "cioccolato modicano" e tante, tante altre bontà che Enza ci insegna a cucinare.
W Modica e la Sicilia

W Le ricette della nonna

lunedì 20 giugno 2011

I dipinti di Elisabetta Manghi

I dipinti di Elisabetta Manghi trasmettono principalmente passione, imprimendo un'infinità di intense e autentiche emozioni. I colori da lei dipinti,  generano un senso  di serenità tipico di chi  può far leva come lei su di una personalità forte. Il suo carattere solare inoltre,  la induce  a dipingere un dato oggettivo nella sua massima espressione. I quadri dell’artista  inviano   un messaggio  di forza,   ma al tempo stesso di armonia e di classe; se Elisabetta Manghi fosse una musicista classica , probabilmente la sua musica ricorderebbe Frédéric Chopin,  mentre se fosse una cantante di musica leggera forse  le sue canzoni ci riporterebbero la mente  la  cantautrice Mina  nei suoi anni migliori, di certo però, è che gli elementi che mette su tela la pittrice in questione, ci  trasportano sicuramente  in un turbine di passioni .

Enza iozzia

martedì 14 giugno 2011

Il fattore Scarpetta di Patricia Cornwell

Apre questo romanzo il triste riconoscimento del cadavere di una giovane donna, Toni Darien, uccisa da un violento colpo alla testa a Central Park, da parte della madre. Anche in questo terribile frangente la sensibilità e la professionalità di Kay Scarpetta che assiste la donna nella dolorosa incombenza, è messa subito in evidenza: poche e mirate domande, molto tatto nel parlare di alcuni particolari della morte, insomma una donna che, davanti a un'altra donna affranta, ha piena padronanza della difficile situazione: certamente giova l'esperienza, ma soprattuto la personalità. 
Abbiamo fin da subito notizia del rapporto di Kay con la nipote, collaboratrice un po' spregiudicata della zia, che i lettori della Cornwell già conoscono. Privato e professione insomma ci appaiono subito come molto importanti per la storia. Sappiamo anche della sparizione di un'altra donna, una bella magnate della finanza di cui non si sa più nulla da giorni. Altra notizia preliminare è la partecipazione di Kay a una trasmissione televisiva della CNN, partecipazione che si rivelerà poi particolarmente importante per le indagini di un caso più complesso di quanto il gruppo investigativo avesse pensato, complicate da una strana telefonata...

Ecco i principali problemi emersi. Prima di tutto non si riesce a determinare con precisione l'orario della morte: troppe cose non combaciano. Poi, che strano orologio portava la vittima, a che cosa doveva servire? che relazione ci poteva essere tra questa morte e la sparizione della miliardaria Hannah Starr?
Un particolare: la vicenda si svolge nel periodo che precede di poco il Natale e l'atmosfera festosa piena di canti e di addobbi appare, visto il tema che si sta trattando, piuttosto fastidiosa e fuorviante, almeno così sembrano pensare i vari personaggi del romanzo. 

Kay è sicuramente una vera protagonista, è lai a dominare la scena: lo pensano non solo i lettori, ma anche per tutti gli spettatori della CNN e, più in generale, i cittadini americani quindi è logico che le venga offerta un'intera trasmissione, Il fattore Scarpetta, da condurre. Conoscendo la sua psicologia e il suo rifuggire dal diventare uno stereotipo, è prevedibile (e sarà così) il suo rifiuto. Ma ecco che proprio le sue partecipazioni già in programma finiscono col complicarle la vita: la sua vita privata, i suoi affetti, il suo passato, le minacce che arrivano da là e che possono ricadere non solo su di lei ma anche sul marito e la nipote. E tutto ciò intrecciato al caso, o meglio ai due casi insoluti al centro della trama.

Senza proseguire ulteriormente, solo da questi brevi cenni è evidente che in questo romanzo la Cornwell ha messo in atto tutte le strategie del buon narratore per tenere ben salda l'attenzione dei lettori. E infatti non c'è pagina che non aggiunga qualcosa, che non dia un'informazione in più, in cui la tensione non cresca di un po' fino a raggiungere l'apice nelle ultime risolutive e rasserenanti (si fa per dire) pagine.

lunedì 6 giugno 2011

Le piume non fanno rumore di Fornaciari Giada

"Erano le nostre anime a fare l'amore e lo facevano meglio di come avrebbero saputo farlo i nostri corpi giovanissimi" è il ricordo che illanguidisce Aurora, allorché le torna alla memoria l'amore perduto di Ferdinando: un amore intenso, la cui mancata consumazione ha conferito, col trascorrere del tempo, un’invincibile purezza.

"Sono stati dieci anni di domande, di paura, di telefonate mai fatte, di lettere mai spedite, solo brevi messaggi pieni di rimpianto e desiderio. Non bisognerebbe mai lasciare un amore a metà, si rischia di guardare negli occhi la gente per cercare un pezzetto di chi si é perduto."

Attraverso Le piume non fanno rumore (Altromondo Editore - 134 pag. – 12 €) Aurora affronta un viaggio d'introspezione alla ricerca di se stessa: è solo attraverso la lente della sopraggiunta maturità che, finalmente, riesce ad apprezzare ciò che durante l'adolescenza la infastidiva, dai grandi temi ai piccoli, compreso il profumo delle polpette al sugo della mamma, che tanto l’aveva infastidita da adolescente.

Cose che oggi sanno di amore, di serenità, d’innocenza: valori che avrebbe voluto vivere al tempo giusto dei suoi dieci anni, ma che, si accorge con sorpresa, sono ancora recuperabili.

In quest’ottica rivaluta anche il rapporto affettivo che lega i suoi genitori e il calore della famiglia, che interiorizza intimamente, sia pure col rimpianto di non essere riuscita a farlo vent’anni prima.

Ma non si può viaggiare a ritroso nel tempo, purtroppo, anzi a volte sembra quasi che il destino voglia prendersi beffe di chi cerca di recuperare ciò che il fluire del tempo ha portato via, umiliandone gli sforzi profusi.

Ma se a volte sembra quasi che lo scorrere del tempo voglia prendersi gioco di chi cerca con tutte le proprie forze di disseppellire dal passato piccoli e grandi tesori smarriti, la realtà è che se la Vita sa prendere molto, altrettanto, a saperla assecondare ed accettare per quel che è, è capace di donarci ogni momento, anche inaspettatamente.




Recensione di Enza Iozzia

venerdì 3 giugno 2011

In cosa mai siamo mortali? di Milo Cesario

"È l’amore che fa più rumore della luna che cade sulla terra!"
Questa raccolta di prose poetiche usa le armi linguistiche dei parnassiani, una sintassi semplice per far sentire il colpo più in fondo. In questo libro si trova la caccia brutale al disincanto, la follia di fidarsi delle suggestioni, qui si troverà ciò che il mondo crede sia solo una bella fiaba ma che invece è la realtà, è il dono della vita. Dal silenzio alla follia, in questo libro la magia è di casa, la parola è – rarissima, ormai – sincera.
“In cosa mai siamo mortali?”, di Cesario Milo, edito da editrice zona, nel gennaio 2011, la verità è coraggiosa si intende chiaramente nel libro, basti vedere come gli uomini, per questa volta presi dal profilo migliore, abbiano fatto cadere Re, alcuni abbiano fatto miracoli, altri regalato beatitudini come la pace o la libertà ad intere nazioni; quindi si intende dal libro che la verità ha bisogno di un narratore coraggioso, quasi immacolato per essere raccontata e impaglia nei suoi versi tutti coloro che hanno il microfono in questi tempi di assoluta menzogna.
Le parola misericordia, compassione, magia, miracolo o prodigio? Non esistono nella realtà della carne e non esistono nemmeno nella fantasia, poiché troppo ampie per la mente tali sensazioni dell’anima, “ho imparato dagli alberi la maggior parte di ciò che so”, e ancora, il poeta riesce, analizzando il legame fra uomo e vita a sottolineare, la presenza troppo evidente di innumerevoli soprannaturalità che noi ci lasciamo sfuggire o consideriamo sviste: parte dal vangelo spiegando come la frase di Gesù: “è più facile che passi un cammello per la cruna di un ago, che un ricco nel regno dei cieli” faccia coppia perfettamente col mondo reale dei capi di stato corrotti e delle multinazionali che stanno ammalando il pianeta azzurro, oppure come gli indiani parlando dell’ego e del se tramite l’induismo riescano a raccontare perfettamente come un uomo possa illuminarsi e realizzarsi, come possa compiere un percorso spirituale”inesistente” ma che porta alla pace nella vita reale, cosa che un occhio attento può notare come perfetta descrizione dei meccanismi interpersonali attuali, che i distratti dal neocapitalismo chiamano stress, follia, malattia mentre è solo la causa effetto della vittoria dell’ego sul se, solamente la causa- effetto dei nostri errori, il karma del mondo. 

tratto dal libro:
"Mi guardai intorno, avvertii l’aria satura di tradimenti,
gli alberi covavano agguati, l’usignolo si scioglieva,
come se la galassia suonasse le ultime note inascoltate.
Io non potevo far altro che allearmi alle frane severe,
seguire le battaglie squillanti dello sconosciuto splendore,
questa nostra personale apocalisse,"