martedì 27 marzo 2012

Il pifferaio magico (riassunto gratis online)




C'era una volta la città di Hamelin in Germania, in questa città un giorno accadde una cosa molto strana: frotte immense di topi invasero le vie, infilandosi dentro le dispense e le cantine, e andavano pure nei solai e nei balconi. Venne convocato il Consiglio per discutere il caso, ma nessuno aveva una soluzione. Nel frattempo in città arrivò un tipo strano che camminava suonando un piffero,  e così facendo si avviò serso la Sala dove si discuteva. Davanti al consiglio il pifferaio disse di essere in grado di occuparsi lui di tutti quei topastri e di riuscire a liberare la città in cambio di mille fiorini d'oro. Vista la situazione di estrema urgenza, accettarono. Il signore portò il piffero in bocca e suonando iniziò ad attraversare la città, da subito si videro arrivare topi da tutti i buchi, dalle case, e da ogni via, erano centinaia, anzi milioni e tutti seguivano il pifferario affascinati dalla musica, quest'ultimo li condusse, sempre suonando, fino al fiume dove i topi, uno dopo l'altro, si gettarono in acqua. Tornato in città il pifferaio andò a riscuotere la somma pattuita, ma il Borgomastro, che ormai non aveva più il pensiero dei topi, si rifiutò di pagare la somma pattuita. Il pifferaio furioso minacciò che tutta la città si sarebbe pentita di non aver rispettato gli accordi e uscendo ricominciò a suonare, stavolta furono tutti i bambini a seguirlo come fossero dei burattini, camminavano compatti con i faccini sereni, allegri e soddisfatti. Il borgomastro vedendoli andar via, per non tornare più ..........qui sono diverse le conclusioni, le più antiche raccontano che i bambini sono morti tutti, altre più recenti hanno un lieto fine con la salvezza di un bambino o di tutti quanti.






martedì 13 marzo 2012

Il diavolo, certamente di Andrea Camilleri





Quando il diavolo ci mette lo zampino, c’è da tremare, ma se la Bestia è donna, allora agitarsi sarà inutile, perché la fine è assicurata! L’ultima raccolta di racconti di Andrea Camilleri dal titolo :-Il diavolo, certamente- edito da Mondadori, inserito nella nuova collana Libellule- pag. 177, euro 10, è un libro singolare e adatto a ogni tipo di lettore. 
La peculiarità di questo volume sta nel fatto che Camilleri attraverso questi racconti, centra un duplice obiettivo e cioè, sia quello di far riflettere il lettore di quanto sia mutevole e volubile la vita, e sia di come una serie di coincidenze (forse), cambi per sempre, lo svolgimento della storia personale di ognuno di noi. 
La tensione rimane sempre alta fino alla fine di ogni singola storia. Infatti, il lettore viene catturato dai vari personaggi del libro che lo spingono inesorabilmente a continuare la lettura. Tutti i racconti ruotano attorno alla controversa personalità dell’essere umano. Talvolta illuminata altre accecata da una mano invisibile che alcuni chiamano destino, una fatalità che però, nella maggior parte dei casi, siamo noi stessi a designarla. Storie di vita comune, di amanti, di coppie che scoppiano come e soprattutto di vittime e di carnefici che inconsciamente si cercano e fatalmente si incontrano. 
E’ singolare e forse inquietante apprendere che Lo Scrittore Camilleri quando ha consegnato il manoscritto (si legge nel risvolto di copertina), era di 33 racconti di 3 pagine per un totale di 333, che sarebbe la metà di 666, il sinistro numero della Bestia.
Recensione di Enza Iozzia
 

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martedì 6 marzo 2012

Il Giardino del Profeta di Kahlil Gibran


I piccoli, ma efficaci, messaggi che Gibran Kahlil Gibran ha immesso nel romanzo, sono stati forgiati affinché ognuno di noi colga quelli migliori per la completa comprensione di sé stesso, del mondo, dell'universo, di ogni essere vivente in esso presente e di…tutto.

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Tratto dal libro:
"Pieta’ della nazione che acclama il bullo come eroe, e che considera generoso il conquistatore scintillante. Pieta’ di una nazione che disprezza una passione mentre sogna, ma si sottomette quando e’ sveglia. Pieta’ della nazione che non alza la voce se non durante i funerali, che non si vanta se non tra le sue rovine, e che non si ribella se non quando il suo collo e’ tra la spada e l’incudine. Pieta’ della nazione il cui politico e’ una volpe, il cui filosofo e’ un giocoliere, e la cui arte e’ quella di raffazzonare e scimmiottare. Pieta’ della nazione che accoglie il suo nuovo dominatore con le trombe, gli dice addio con urla di scorno, solo per accoglierne un altro con le trombe. Pieta’ della nazione i cui saggi sono resi muti dagli anni ed i cui uomini forti sono ancora nella culla. Pieta’ della nazione divisa in frammenti, ciascuno dei quali si ritiene una nazione”.