giovedì 30 gennaio 2014

GODITI IL SERVIZIO BUONO


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 Ogni giorno viviamo immersi in un'occasione. Perciò, leggiamo un pò di più e passiamo meno tempo a pulire la casa.
E' arrivato il momento di sedersi in veranda e godersi la vista.
La vita è una serie di esperienze che devono essere apprezzate, non sopportate.
Non tenere la roba chiusa nei cassetti.
Goditi il servizio buono.






martedì 28 gennaio 2014

MAMMA VOLPE RITORNA IN SE'


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C'era una volta, in un bosco lontano lontano, una comunità di Volpi. Essa si era stabilita in alcune grotte attigue ad un ruscello, per avere acqua e cibo in abbondanza. Venne un periodo di gran caldo e pochissime piogge e il ruscello quasi si prosciugò, stava giungendo una vera e propria carestia, fu così che i maschi del branco iniziarono ad allontanarsi sempre di più e per periodi più lunghi alla ricerca di selvaggina da portare ai cuccioli, pena lo loro stessa sopravvivenza. 
I giorni passavano e ogni mamma Volpe cercava di fare del suo meglio per procurare un minimo indispensabile di cibo per la famiglia.
Ai margini del bosco si trovava una fattoria, Mamma Volpe decise di andare a vedere se trovava qualche uovo o qualche gallina per sfamare i suoi due cuccioli, settimana dopo settimana divenne sempre più astuta e nonostante Papà Volpe ancora non tornava, l'indispensabile per nutrirsi c'era.
Mamma Volpe si sentiva sempre più sicura e un giorno decise si addentrarsi nella cantina del fattore per vedere cosa ci fosse di buono da mangiare. Lì Mamma Volpe trovò delle grandi botti di legno, ne aprì una e assaggiò, era un buonissimo succo d'uva e più ne beveva più ne voleva. Quando si riempì la pancia, si sentiva la testa strana, come un continuo ronzare, Mamma Volpe non si ricordava più che doveva cercare da mangiare e si avviò barcollante verso casa. I cuccioli vedendola arrivare le corsero incontro ma restarono delusi. Da quella volta ogni giorno Mamma Volpe si avviava alla casa del fattore e ne ritornava barcollante e senza cibo. Lei bevendo dalle botti non sentiva più il bisogno di mangiare e la sua dipendenza era diventata tale da essere più forte dell'amore per i suoi cuccioli. Le altre volpi vedendo la situazione, andarono a parlarle ma era tutto inutile. I cuccioli non sapevano più che fare e si sentivano in colpa perchè non riuscivano a trovare una soluzione per far fornare in sè la madre. 
Una di queste volte che Mamma Volpe partì alla ricerca di cibo per la famiglia ma finì, come al solito, a bere nella cantina, quando ne uscì era talmente brilla che non vide il rastrello per il fieno, ci mise una zampa sopra e questo alzandosi gli sbattè in testa. Mamma Volpe cadde a terra stordita. 
Per fortuna era di ritorno Papà Volpe che vedendola se la caricò sulle spalle e la riportò nella grotta, appena in tempo, prima che il fattore la trovasse.
Quella botta in testa fu una vera fortuna, Mamma Volpe si rese conto di aver messo in pericolo la sua vita e quella dei suoi cuccioli e da quel momento si tenne sempre lontana dalle cantine.
Per quanto riguarda i cuccioli, loro stettero bene, ma non dimenticarono mai quello che era accaduto.

Mary

lunedì 27 gennaio 2014

LOLLI E' LIBERO


--> Lolli il cagnolino, tolto dalla cesta in cui viveva con mamma cagna e i fratellini è stato avvolto in una coperta calda e portato in una bella casetta di città. Lì è cresciuto bene, fra coccole, pasti abbondanti e piacevoli passeggiate con la sua padrona. Non era certo l'unico cane del quartiere, e nei pomeriggi d'estate, si divertiva ad abbaiare e rincorrere, per quanto fosse possibile con il guinzaglio, altri amici cani, uno grosso e tutto bianco, un altro piccolo e scuro, tutti diversi ma tutti uguali in una cosa, il collarino con il nome e la cordicella in mano al padrone.
Una mattina, prima ancora che Lolli si fosse svegliato, iniziarono nella casa rumori strani, martellate, cose che cadevano, un gran parlare, era arrivati i muratori, la sua padrona aveva deciso di ristrutturare la casa, disse la signora: "voglio avere la cucina al piano terra, con una bella veranda per il mio Lolli". 
I lavori proseguivano e un giorno fu necessario fare un pò di bagagli e trasferirsi in un'altra casa, per la verità era la casa di un'amica della padrona, che viveva in campagna ed avendo tanto spazio si era offerta di ospitarli fino alla fine dei lavori. 
Lolli si trovò subito bene, ma qualcosa sconvolse i suoi pensieri. Questa casa di campagna aveva uno spazio molto grande, recintato da una bella staccionata di legno, Lolli aveva un guinzaglio molto lungo ed era libero di correre per tutto il suo perimetro, e quando era stanco, dentro lo aspettavano una bella ciotola di cibo e la sua morbida coperta. Lolli pensava alla sua vecchia casetta, e sperava che quando quegli uomini rumorosi se ne sarebbero andati, per lui ci sarebbe stato uno spazio come questo che aveva in campagna, mentre era assorto in questi pensieri passò di là un cane, bello, maestoso, ma con un difetto al collo, gli mancava la fascia colorata che tutti i cani avevano, almeno così pensava Lolli, pochi attimi e quel cane corse via lontano.
Venne il giorno tanto atteso del ritorno a casa, durante il viaggio nell'auto della padrona Lolli sognava la sua casetta, che finalmente rivedeva e come succedeva da un pò, ogni tanto pensava a quel cane.....
Finalmente la macchina si fermò, lo sportello posteriore si aprì e Lolli saltò giù trovandosi davanti, una bella casetta dalle pareti bordò, con un cancelletto che dava in una verandina, niente in confronto alla campagna ma carica per giocherellarci nelle belle giornate. La padrona di Lolli aprì il nuovo portone e insieme entrarono in casa, anche le parenti interne erano di un colore diverso, nell'ingresso nuovi mobili luccicavano e un grande specchio a parete mostrò la figura dei due che entravano. Lolli si fermò davanti a quello specchio, si guardò bene, abbassò la testa prima da un lato, poi dall'altro, alzò le zampette anteriori, le riabbassò, poi iniziò a toccare la sua bella fascia colorata, e si rese conto che non faceva parte di lui, era diversa da lui, forse si poteva togliere.
I giorni passavano e Lolli passava più tempo davanti a quello specchio che fuori nella veranda, un giorno mentre la sua padrona sistemava la veranda e il cancelletto era aperto, Lolli si guardò ancora una volta allo specchio e poi scivolò fuori dal portone, poi dal cancello correndo, correndo a più non posso. La sua padrona lo rincorse per un pò, poi si fermò esausta e torno indietro con le lacrime agli occhi.
Lolli corse così tanto da tornare a quella campagna dove era vissuto, guardò da dietro la staccionata la casa e poi continuò a camminare, e incontrò un gruppo di cani, tutti senza collare, si unì a loro, e visse un pò di giorni libero, felice di scorrazzare tra i campi, rincorrere piccoli animaletti, giocare con i suoi simili.  Quando si trattava di mangiare, però non era tutto rose e fiori o meglio, il cibo non era servito in una bella e capiente ciotola, bisognava procurarselo, a volte si dormiva a pancia vuota. Una mattina il branco di amici giunse a un ruscello, mentre bevevano, quell'acqua fresca Lolli alzò la testa e guardò ancora una volta la fascia attorno al suo collo pensando: "torno alla casetta dove non mi manca niente (cibo, pulizia, coccole, calduccio....) o continuo a vivere così." 
L'immagine di Lolli riflessa nell'acqua fluttuava, e i raggi di sole che filtravano i fitti rami degli alberi la rischiaravano, gli altri cani bevevano, le farfalle svolazzavano e la pancia rumoreggiava per la fame. Lolli alzò la zampa come per salutare, poi la infilò nel collare e lo strappò via: "Resto, faccio un pò la fame ma vivo Libero!"

Mary

giovedì 23 gennaio 2014

ALADINO (RIASSUNTO)


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C'era una volta in un paese dell'Asia un sarto che aveva un figlio di nome Aladino. 
Aladino era un pò fannullone e nonostante i tentativi del padre non volle imparare il mestiere di sarto. Tanto il dispiacere un giorno il padre morì. Dopo tempo, mentre Aladino era fuori a giocare, passò un mago alla ricerca di un ragazzo di nome Aladino che gli avrebbe fatto trovare una lampada fatata. Così l'astuto mago con un inganno riuscì a convincere la madre ad affidargli il giovane, lo rivestì da capo a piedi e partirono verso una montagna, arrivati lì, il mago scostò alcuni sassi e mostrò una lastra di marmo con un anello di bronzo, dicendo ad Aladino di scendere in quel sotterraneo dove c'era un tesoro, che poteva tenere per lui, al mago doveva prendere una vacchia lampada a olio. 
Il mago diede ad Aladino un anello che lo proteggesse dai pericoli e questi scese nel sotterraneo.
Aladino trovò molte pietre preziose, si riempì le tasche, poi prese la lampada e iniziò a risalire, arrivato alla botola il mago voleva per prima cosa che gli consegnasse la lampada, Aladino insospettito non lo fece e il mago lo richiuse dentro. Aladino, imprigionato si ricordò dell'anello, lo strofinò e un mago gli chiese cosa volesse, Aladino si fece riportare a casa e portò con se la lampada. 
La madre ascoltò stupefatta il racconto e poi vedendo quella lampada così sporca si mise a pulirla. Dalla lampada uscì un genio che disse di essere ai suoi ordini, Aladino chiese subito del cibo e da quel momento iniziarono una vita agiata. 
Un giorno vedendo passare la figlia del sultano Aladino se ne innamorò, fece portare in dono le pietre preziose che aveva conservato e chiese la mano della principessa. I due si sposarono e andarono a vivere in un magnifico palazzo costruito dal genio della lampada. 
Nel frattempo il mago decise di vendicarsi e travestito da mercante andò dalla principessa dicendo di regalare un lampada nuova in cambio di una vecchia. La principessa pensando di fare bene gli consegnò la vecchia lampada di Aladino, il mago appena la prese la sfregò e chiese di rapire la principessa con tutto il palazzo. Aladino disperato si ricordò di avere ancora al dito l'anello magico, lo sfregò e si fece portare dalla principessa, poi le diede un sonnifero da mettere nel cibo del mago e così quando lui dormiva Aladino la principessa e il loro palazzo ritornarono a casa. Da quel momento i due vissero felici e contenti per tanti anni.

mercoledì 22 gennaio 2014

CORSO PRATICO DI AUTOSTIMA (2) DI RAFFAELE MORELLI


--> Eccoci al secondo volume di questo corso di autostima. Devo confessare di non esssere riuscita a farne mio il contenuto con la prima lettura, ed è mia intenzione rileggere nuovamente il testo, motivo per cui probabilmente troverete futuri aggiornamenti circa il contenuto e le mie opinioni.
Cosa mi è rimasto? 
Ciascuno di noi è diverso, e questo lo sapevamo....., a volte però non ci rendiamo conto di lottare contro i mulini a vento nel tentativo di cambiare gli altri e far si che si comportino come noi desideriamo e ci aspettiamo. Non solo nel 99% dei casi è tempo perso ma genera anche frustrazione. Se la smettiamo e iniziamo ad accettare gli altri per quello che sono viviamo tutti meglio, e l'autostima ne giova.
Dal primo volume ricordo che una cosa importante è non chiedersi il perchè delle cose che non vanno, restandoci impelagati col pensiero e con l'anima, la regola va allargata anche agli altri, nel senso che se ci sono delle persone con le quali non facciamo altro che lamentarci o dare e ricevere consigli forse è il caso di allontanarci un pò. Le parole che usiamo e ascoltiamo, ci influenzano, se sono lamenti ci deprimono, e i consigli non fanno bene a chi li dà che si allontana da se stesso e tanto meno a chi li riceve che smette di "decidere". Non essere sicuro non significa non avere autostima, una decisione si può anche rimandare a momenti più consoni ma non va mai lasciata ad altri. Come può un altro sapere cosa è giusto per te?
Anche il nostro modo di parlare, la parole che usiamo influenzano l'autostima, ci sono della paroline che vanno eliminate come il "se" e il parlare in un tempo che non è il presente, dire spesso "ma" crea resistenza a qualcosa, anche fare spesso paragoni non va bene e appesantire i discorsi con "mai" o "sempre", prolungano qualsiasi cosa troppo a lungo nel tempo. Bisogna invece attenersi al presente.
Un capitolo veramente interessante è quello delle manipolazioni delle persone che ci stanno accanto, familiari, amici, colleghi, il capo. In base al nostro carattere e alle nostre debolezze riescono ad ottenere quello che vogliono, magari elogiandoci per un lavoro che vogliono accollarci, a facendoci sentire in colpa per impedirci   un viaggio o altro. 
Questo secondo volume può veramente aiutarci a vivere meglio nei vari ambiti.
Vi aspetto per approfondimenti e .... e per il volume 3.

venerdì 17 gennaio 2014

Svalutation di Adriano Celentano


--> Stamattina l'ispirazione mi è arrivata da un piccoletto di 5 anni, che adora una canzone di Adriano Celentano, l'ascolta spesso e la canta e la balla con grande passione e divertimento.  “Svalutation” è uno dei pezzi simbolo degli anni ’70, che io trovo per molti versi ancora oggi attuale ecco il testo:

Eh la benzina ogni giorno costa sempre di più
e la lira cede e precipita giù
svalutation, svalutation.
Cambiando i governi niente cambia lassù
c'è un buco nello Stato dove i soldi van giù
svalutation, svalutation.

Io amore mio non capisco perché
cerco per le ferie un posto al mare e non c'è
svalutation, svalutation.

Con il salario di un mese compri solo un caffè
gli stadi son gremiti ma la gente dov'è
svalutation, svalutation.

Mah,
siamo in crisi ma,
senza andare in là
l'America è qua.

In automobile a destra da trent'anni si va
ora contromano vanno in tanti si sa
che scontration, che scontration.

Con la nuova banca dei sequestri che c'è
ditemi il valore della vita qual è
svalutation, svalutation.

Io amore mio non capisco perché
tu vuoi fare il gallo poi fai l'uovo per me
sul lettation, sul lettation.

Nessuno che ci insegna a non uccidereè
si vive più di armi che di pane perché
assassination, assassination.

Ma quest'Italia qua se lo vuole sa
che ce la farà
e il sistema c'è
quando pensi a te
pensa... anche un po' per me.

giovedì 16 gennaio 2014

CITAZIONE NELSON MANDELA


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La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati
la nostra paura più profonda è di essere potenti oltre misura.

È la nostra luce, non il nostro buio che ci fa paura.

Noi ci chiediamo: "Chi sono io per essere così brillante, così grandioso?
Pieno di talenti, favoloso?"
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio.

Se tu voli basso, non puoi servire bene il mondo.
Non si illumina nulla in questo mondo se tu ti ritiri, appassisci.

Gli altri intorno a te non si sentiranno sicuri.

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi.

Non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

Nel momento in cui noi permettiamo alla nostra luce di splendere.

Noi inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso.

Nel momento in cui noi siamo liberi dalla nostra paura.

La nostra presenza stessa, automaticamente, libera gli altri.
          Nelson Mandela
da PensieriParole

domenica 12 gennaio 2014

CORSO PRATICO DI AUTOSTIMA (1) DI RAFFAELE MORELLI


--> Raffaele Morelli è sicuramente quello che io definisco "un grande", non perchè lo condivido in pieno ma per la sua capacità di "auto-vendersi", medico, psichiatra, psicoterapeuta, fondatore di riviste, autore di pubblicazioni, spesso ospite di Radio e TV.  Certamente tutto questo successo è dato anche dal contenuto e soprattutto dagli argomenti trattati: autostima, star bene con se stessi e con gli altri, depressione, ansia, tutti argomenti attuali e di grande interesse specie nelle civiltà occidentali.
Una regola importantissima che condivido è quella di non chiedersi mai il PERCHE'? di un disagio, una tristezza, una paura. Pensare e ripensare non risolve i problemi, anzi li ingigantisce e ne veniamo soffocati. Infatti una cosa importante è cercare di stare il più possibile nel presente, non pensare al passato che ormai è andato (in qualunque modo non c'è più), ma neanche troppo al futuro, se il passato ci fa andare in depressione, preoccuparci del futuro fa venire gli attacchi d'ansia, con la nostra mente iniziamo a pensare tutto quello che potrebbe succedere, ci agitiamo, il cuore aumenta i suoi battiti andiamo nel panico. Quindi tutte le volte che ci accorgiamo di avere il pensiero altrove dobbiamo sforzarci di riportarlo al presente, a quello che stiamo facendo, qualunque cosa sia. 
Un'altra cosa semplice da fare è cercare di variare le quotidianità, le nostre giornate sono costellate di abitudini, c'è bisogno di cambiarle o gli automatismi ci soffocano: assaggiamo cibi nuovi, facciamo una strada diversa, cambiamo la routin della giornata, piccole cose che ci donano leggerezza.
Ogni mattina è importante scegliere con cura cosa indossare, non quello che si adatta, al tipo di lavoro o impegno, semplicemente il vestito che cui ci si trova davvero a proprio agio. Il nostro aspetto esteriore, abbigliamento, trucco, accessori, agisce sulla nostra psiche e plasma la nostra vita. Stare bene nei propri "panni" aiuta l'Autostima. 
Capita di vestirsi con quello che capita (NO) e capita anche di mangiare di tutto e a tutte le ore, ognuno di noi è una persona unica e come tale merita di "scegliere" quando mangiare e cosa mangiare. 
Importante è anche il profumo che si indossa, scegliere quello che ci fa sentire bene e farlo entrare nella nostra vita, indossarlo, diffonderlo negli ambienti, tenerne una bottiglietta a portata di mano per respirarlo in momenti particolari per sentirci a casa ovunque siamo.

sabato 11 gennaio 2014

UN MARITO IDEALE DI OSCAR WILDE


--> "Le donne non sono fatte per giudicarci, ma per perdonarci quando abbiamo bisogno di perdono."
Una brillante commedia del grande Oscar Wilde, rappresentata più volte in teatro, e molto piacevole e divertente da leggere. Un libro adatto ai momenti di relax.
Ecco un passaggio tratto dal libro:
Lord Caversham- Non riesco a capire come fate a sopportare la società londinese:Ormai è andata tutta in malora, un branco di stupidi insulsi che non parlano di niente

Lord Goring- Io adoro parlare di niente, padre. e' l'unico argomento di cui sappia qualcosa.

giovedì 9 gennaio 2014

PERCHE' SI DEVONO AMARE I BAMBINI DI SUE GERHARDT


--> Suona il citofono, vado a vedere chi è, un'azienda di consegna pacchi, c'è un plico per il mio indirizzo. Scendo giù per riceverlo (fortunatamente non c'è da pagare......), lo prendo e rientro. Sitratta di un pacchetto rettangolare, un libro, suppongo.
Anvhe se non è indirizzato a me personalmente decido di scartare, sono tre libri dai titoli interessanti e impegnativi, uno mi colpisce subito e inizio a leggere: "Perchè si devono amare i bambini" di Sue Gerhardt.
Una meravigliosa immersione nell'universo, per me sconosciuto, del cervello umano, pagina dopo pagina sempre più coinvolta. 
Alla nascita il cervello non è completo, e da come si trascorrono i primi mesi e anni di vita e dall'amore che si riceve ne consegue uno sviluppo più o meno completo. Studi su orfani e bambini maltrattati hanno dimostrato come in questi sia più alto il livello di cortisolo e quindi siano più sensibili allo stress anche da adulti.
Problemi di depressione, poca autostima, non sono solo un fattore psicologico, ma anche fisici. Bambini che durante i primi tre anni di vita non hanno ricevuto le dovute attenzioni, presentano parti del cervello poco sviluppate, tipo l'ippotalamo, e sono facilmente colpiti da disturbi della personalità.
Quando si subisce un trauma, l'amigdala innesca una reazione che costringe vari sistemi ad attivarsi, il sistema nervoso rilascia adrenalina, battito cardiaco e pressione sanguigna aumentano. L'ipotalamo innesca una reazione che porta alla produzione di cortisolo. Tutto questo torna alla normalità entro poche ore, a meno che il trauma non sia estremo o la persona presenti delle dimensioni dell'ipotalamo ridotte dovute si ritiene a traumi infantili (infatti questo si sviluppa nei primi tre anni di vita).
Ci sono "percorsi neuronali" che possono condurre a condizioni patologiche come l'anoressia, l'abuso di sostanze, disturbi della personalità, comportamenti antisociali, tutta una serie di cose  che bisognerebbe prevenire sostenendo le madri, in quanto determinante è il rapporto MADRE-FIGLIO.
Amate i vostri figli e leggete questo libro.

mercoledì 8 gennaio 2014

Prego anche io


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Quest'anno a Natale, mio figlio ha ricevuto un libricino molto carino: Prego anche io, collana Preghiere in tasca. E, siccome mio figlio ancora non sa leggere, ho avuto io il piacere di accompagnarlo alla scoperta di queste poche pagine.
Sono in tutto trenta paginette, comprese di figure, e contengono preghiere più comuni e conosciute dai bambini come il Padre Nostro, l'Ave Maria o l'Angelo Custode e altre quali il Ti adoro, il Credo o il Vieni Spirito Creatore.
L'anteprima è rappresentata da 5 cose da ricordare per pregare, che si può pregare dove si vuole, dire a Gesù ogni cosa, per diversi motivi, per se o per gli altri e che Gesù ci ama.
Il linguaggio e la presentazione sono adatti a bambini piccoli, semplice, con lettere grandi e in maiuscolo, con tanti disegni e colori.
Proprio un bel regalo.