lunedì 14 giugno 2010

Cipì di Mario Lodi


Cipì di Mario Lodi

"Cipì" di Mario Lodi è in assoluto il primo libro che ho letto, avevo all'incirca nove anni quando ci fu proposto a scuola, ricordo che l'istituto che frequentavo ebbe l'onore di avere la visita dello stesso Mario Lodi e in seguito a tale incontro ad ogni bambino fu fatto dono (almeno così ricordo anche se ero piccola e potrebbe darsi lo avessero pagato i genitori) del libro da lui scritto.
Fino a quel momento le mie letture, a parte i testi di scuola, si erano limitate alle fiabe e ai miei amatissimi fumetti (che ancora conservo e di cui un giorno vi parlerò), ma adesso ero diventata veramente grande, avevo da leggere un vero libro con poche figure e tante pagine tutte scritte. Adesso può sembrare un pò sciocco ma per una bambina di quell'età era una vera emozione. Non sò quanti bambini abbiano realmente letto il libro e in quanto tempo, io ci ho messo un paio di giorni circa, o forse anche meno. Ricordo che era domenica, e di solito la domenica la mia famiglia si spostava per andare a trascorrere la giornata in campagna, cosa che io adoravo perchè venivo lasciata libera di correre, arrampicarmi, giocare e fantasticare, quel giorno lo trascorsi all'aperto si, ma con il mio nuovo compagno di giochi: "Cipì", continuai a leggere per tutto il giorno, spostandomi da un posto all'altro sempre alla ricerca di un pò di ombra e un comodo sasso per sedermi e leggere. Prima che facesse buio e si ritornasse in città la mia lettura era terminata, ero soddisfatta della lettura e avevo tantissima voglia di cercare altri libri adatti a me da leggere, cioè adatti ad una ragazzina che non leggeva più solo fumetti. Avevo fatto un salto di qualità.
La storia del piccolo Cipì, fra l'altro, mi intrigò molto e la trovai molto simile o comunque comparabile con l'idea che io mi ero fatta della vita in generale, fatta di scoperte, avventure belle e brutte, momenti felici e tristi, il dover combattere e darsi da fare per uscire dalle situazioni difficili, la possibilità di trovare l'amicizia vera e il vero amore.
Un libro che mi ha aiutato a crescere grazie anche al suo lieto fine.

"I passeri del tetto organizzano una grande festa in onore di Cipì e Passerì.
Mamì è orgogliosa di suo figlio e gli dice di restare sempre così: buono, generoso, vivace e per niente superbo.
Cipì e Passerì vivono liberi e felici e insegnano ai loro figli ad essere laboriosi, buoni e coraggiosi."




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