La tredicesima mano di Russel braddon
Benvenuti nel mio blog, qui troverete recensioni, riassunti, film, video, storie di fantasia, favole e........buona lettura a grandi e piccini!
venerdì 30 aprile 2010
La tredicesima mano di Russel braddon
La tredicesima mano di Russel braddon
martedì 27 aprile 2010
Risveglia la Nuova Vita che è in Te
Risveglia la Nuova Vita che è in Te
Imparare ad accettarsi, a riconoscere ciò che di bello e di prezioso è racchiuso in ciascuno di noi è un'impresa ardua per tutti. Scoprire come salire nella scala dell'amore per se stessi è possibile, grazie a questo free-ebook realizzato in coedizione con MyLife, tratto dalla trascrizione del videocorso di Louise Hay.
Come io mi voglio di Giulietta Rovera
Come io mi voglio di Giulietta Rovera
E' un saggio che raccoglie testimonianze, aneddoti e confessioni di tre categorie di donne, l'indipendente, la moglie, la partner e traccia un percorso storico ben preciso mostrando come è cambiato il costume e come è possibile oggi, per la donna, realizzarsi nell'attività creativa, professionale e letteraria che, una volta, era riservata solamente agli uomini.
Le protagoniste del libro parlano in prima persona ed ogni intervista è un racconto nel quale al colloquio si alterna la descrizione dell'ambiente e lo sfondo psicologico.
La storia di queste donne rispecchia l'evoluzione della società italiana e il motivo che ispira tutto il libro è il modo in cui, alla donna, è diventato fattibile realizzarsi in quelle attività dalle quali, una volta, era esclusa.
Vengono rappresentate tutte quelle situazioni nelle quali la donna viene a trovarsi nei confronti dell'uomo, che sia il marito, il partner, il compagno e in che modo essa subisce una preminenza che l'ostacola oppure come riesce a combattere per affermare la propria autonomia.
L'autrice ascolta le donne intervistate e indaga nelle loro biografie riuscendo a cogliere i tratti più interessanti di questi personaggi femminili.
Viene così affrontato il tema del rapporto di coppia e di come il cambiamento di ruolo della donna, da quello di madre e di moglie a quello di donna che svolge una attività al di fuori delle mura domestiche, ne abbia trasformato la fisionomia.
INGRESSO di Luigi Pirandello
INGRESSO di Luigi Pirandello
All’ingresso della vita,
timoroso, m’affacciai
da una porta semichiusa.
Vi picchiai sú con due dita,
poi con garbo dimandai:
– «È permesso? Chiedo scusa...
Entro o no?..» – Silenzio.
Spingo allor, pian pian, la porta.
Bujo pesto. Ne sorrido;
ma agghiacciar dentro mi sento.
– «Che la vita sia già morta?»
Vo tentoni; inciampo. un grido,
mi riempie di spavento:
– «Non ci vedi? Canchero!» –
Chi un fiammifero ora sfrega
in quel bujo alla parete?
Ecco lume alfine. Vedo
una vecchia, sconcia strega
chi mi spia; poi fa: – «Chi siete?»
– «Ecco, – le rispondo, – chiedo
scusa dell’incomodo...
Io son un che arriva adesso.
Sarà tardi? Nel viaggio
ho la via forse smarrita...
Ma – potendo – col permesso,
lesto lesto, di passaggio,
visitar vorrei la vita.
Me ne vado subito...» –
– «Ah, tu pur, tu pur d’entrare
nella vita hai voglia? Sciocco!
Che t’aspetti? dimmi un po’...
Non hai dunque altro da fare?»–
Sto a guardar come un allocco
e rispondo: – «Ma... non so...
non so nulla... proprio...» –
– «Eh, si vede! – allor soggiunge
la stregaccia. – Piglia a caso
la tua sorte, e ben t’occorra!
Pria d’entrare, ognun che giunge,
si fornisce in questo vaso
d’un malanno per zavorra.
Sai l’antica storia
di Promèteo e di Pandora?
Sú, sú, prendi: il vaso è qui.
Io Pandora son; vecchiaja
maledetta! vivo ancora,
e ridotta son cosí
a far qui da portinaja.
Basta. Hai preso? Sbrigati!» –
Affondai la man tremante
in quel cavo enorme, oscuro,
e la sorte mia pescai;
poscia entrai... Ne ho viste tante,
che oramai piú non mi curo
di saper qual male mai
rechi la mia tessera.
domenica 25 aprile 2010
CURARE IL PROPRIO CORPO
PENSARE POSITIVO
VOLERSI BENE
giovedì 22 aprile 2010
La puntura di Pippo Franco
La puntura di Pippo Franco
Una bicicletta nuova ti ho comprato
però tu sei caduto dal sellino
ed hai il naso tutto blu.
Siamo andati dal dottore
e ti ha detto:
guarirai basta fare una puntura
e tutto passerà.
No no ma il culetto è mio
è mio perciò no no non ci stò
ma il culetto è mio
è mio perciò la puntura no no no.
Sopra i pattini a rotelle come il vento andavi tu,
ad un tratto ai fatto un volo e ti sei trovato giù,
ora ti fa male un dito
e il dottore ha detto già:
basta fare una puntura
e tutto passerà.
No no no ma il culetto è mio
è mio perciò no no non ci stò
ma il culetto è mio
è mio perciò la puntura no no .
L'automobilina da scontro sulla pista al luna park
l'hai guidata come un pazzo tra scossoni e patatrak
ora un piede ti fa male
e il dottore ti dirà:
basta fare una puntura e tutto passerà .
No no ma il culetto è mio
è mio perciò no no non ci stò,
ma il culetto è mio
è mio perciò la puntura no no .
mercoledì 21 aprile 2010
NOTTURNO VOLGARE di Arthur Rimbaud
Un soffio apre brecce melodrammatiche negli assiti, scompiglia i sostegni dei tetti corrosi, disperde i limiti dei focolari, eclissa le vetrate.
Lungo la vigna, appoggiandomi col piede a una gronda, sono sceso in questa carrozza la cui epoca e abbastanza chiaramente indicata dai cristalli convessi, dai pannelli rigonfi e dai sofà contorti. Carro funebre del mio sonno, isolato, casa di pastore della mia sciocchezza, il veicolo gira sull'erbetta dello stradone cancellato: e in un guasto del cristallo a destra, là in alto, volteggiavano le smorte. figure lunari, foglie, seni.
- Un verde e un turchino intensissimi invadono l'immagine.
Staccar dei cavalli nei pressi d'una macchia di ghiaia.
- Qui si fischierà per l'uragano, e le Sodome e le Solime, e le bestie feroci e le armate.
(Postiglione e bestie di sogno torneranno sotto i boschi più soffocanti, per immergermi fino agli occhi nella sorgente di seta?).
E mandarci, frustati attraverso le acque ciangottanti e le bevande versate, a rotolare sull'abbaio dei mastini...
- Un soffio disperde i limiti del focolare.
IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI di Ugo Foscolo
Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
Di gente in gente, nú vedrai seduto
Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
Il fior de' tuoi gentili anni caduto.
La madre or sol, suo dì tardo traendo,
Parla di me col tuo cenere muto:
Ma io deluse a voi le palme tendo;
E se da lunge i miei tetti saluto,
Sento gli avversi Numi, e le secrete
Cure che al viver tuo furon tempesta,
E prego anch'io nel tuo porto quiete.
Straniere genti, l'ossa mie rendete
Allora al petto della madre mesta.
ALLA AMICA RISANATA di Ugo Foscolo
Qual dagli antri marini
L'astro più caro a Venere
Co' rugiadosi crini
Fra le fuggenti tenebre
Appare, e il suo viaggio
Orna col lume dell'eterno raggio;
Sorgon così tue dive
Membra dall'egro talamo,
E in te bèltà rivive,
L'aurea beltate ond'ebbero
Ristoro unico a' mali
Le nate a vaneggiar menti mortali.
Fiorir sul caro viso
Veggo la rosa, tornano
I grandi occhi al sorriso
Insidiando; e vegliano
Per te in novelli pianti
Trepide madri, e sospettose amanti.
Le Ore che dianzi meste
Ministre eran de' farmachi,
Oggi l'indica veste
E i monili cui gemmano
Effigiati Dei
Inelito studio di scalpelli achei,
E i candidi coturni
E gli amuleti recano,
Onde a' cori notturni
Te, Dea, mirando obliano
I garzoni le danze,
Te principio d'affanni e di speranze:
0 quando l'arpa adorni
E co' novelli numeri
E co' molli contorni
Delle forme che facile
Bisso seconda, e intanto
Fra il basso sospirar vola il tuo canto
Più periglioso; o quando
Balli disegni, e l'agile
Corpo all'aure fidando,
Ignoti vezzi sfuggono
Dai manti, e dal negletto
Velo scomposto sul sommosso petto.
All'agitarti, lente
Cascan le trecce, nitide
Per ambrosia recente,
Mal fide all'aureo pettine
E alla rosea ghirlanda
Che or con l'alma salute April ti manda.
Così ancelle d'Amore
A te d'intorno volano
Invidiate l'Ore.
Meste le Grazie mirino
Chi la beltà fugace
Ti membra, e il giorno dell'eterna pace.
Mortale guidatrice
D'oceanine vergini,
La parrasia pendice
Tenea la casta Artemide,
E fea terror di cervi
Lungi fischiar d'arco cidonio i nervi
Lei predicò la fama
Olimpia prole; pavido
Diva il mondo la chiama,
E le sacrò l'elisio
Soglio ed il certo telo,
E i monti, e il carro della luna in cielo.
Are così a Bellona.
Un tempo invitta amazzone,
Die' il vocale Elicona;
Ella il cimiero e l'egida
or contro l'Anglia avara.
E le cavalle ed il furor prepara.
E quella a cui di sacro
Mirto te veggo cingere
Devota il simolacro,
Che presiede marmoreo
Agli arcani tuoi lari
Ove a me sol sacerdotessa appari,
Regina fu, Citera
E Cipro ove perpetua
Odora primavera
Regnò beata, e l'isole
Che col selvoso dorso
Rompono agli Euri e al grande Ionio il corso.
Ebbi in quel mar la culla,
Ivi erra ignudo spirito
Di Faon la fanciulla,
E se il notturno zeffiro
Blando sui futti spira,
Suonano i liti un lamentar di lira:
Aer sacro, su l'itala
Grave cetra derivo
Per te le corde eolie,
E avrai divina i voti
Fra gl'inni miei delle insubri nepoti.
Una musica leggera per una società leggera? Le stragi del sabato sera:solo droga e alcool o anche altro? di Benedetto Conte
Una musica leggera per una società leggera? Le stragi del sabato sera:solo droga e alcool o anche altro? di Benedetto Conte
martedì 20 aprile 2010
Zia Mame di Dennis Patrick
Zia Mame di Dennis Patrick
Zia Mame, ora geisha giapponese, ora ballerina di fila, romantica moglie sudista e amazzone intrepida al tempo stesso, ogni mese della sua vita inaugura una nuova impresa epica, coinvolgendo di volta in volta il suo maggiordomo giapponese, la bambinaia irlandese, la dattilografa, il poeta, l'editore, l'agente letterario. Conduce una vita salottiera e ciarliera, in cui l'ostentazione della ricchezza, i cocktail in terrazza e le commedie sperimentali di Broadway si susseguono tra bollicine di champagne e letti di seta. La crisi finanziaria che travolge mezzo mondo nulla può contro questa donna dalle mille risorse. Zia Mame cade, si rialza e intrepida ricomincia da capo, conservando sempre l'ingenuità, o forse l'orgoglio, di chi non oserebbe mai riversare sugli altri la colpa delle proprie miserie.
Come possa aver fatto una donna tanto avventata, imprudente, generosa e folle, a tirar su un ragazzino di dieci anni è un mistero. Per fortuna il defunto signor Dannis prima di morire aveva affidato tutto il cospicuo patrimonio del piccolo Patrick allo Studio Knickerbocker, che avrebbe provveduto direttamente alla sua educazione - tassativamente tradizionale - mentre l'eccentrica zia avrebbe seguito il bambino solo durante le vacanze. Ma quando si ha a che fare con una forza della natura come Zia Mame, le vacanze estive sono un periodo più che sufficiente per cambiarti la vita, soprattutto se si ha la mente brillante e recettiva di Patrick: un bambino che guarda il mondo con l'occhio distaccato del baro e lo descrive con l'ironia del ciarlatano. Come se niente potesse toccarlo direttamente, l'autore-protagonista conosce i tempi comici e la natura umana, cita Bauhaus e i magazzini Macy's, descrive ogni caffé di New York attribuendogli l'atmosfera magica dei bistrot parigini, guarda al di là della sfavillante apparenza dei rutilanti anni Venti, per coglierne tutta la grottesca miseria. Un romanzo divertente, ricco di citazioni colte ma capace di coinvolgere anche il lettore occasionale, una sorprendente sferzata di buonumore assolutamente da non perdere
Graduale s(ecundu)m morem sancte romane ecclesiae : integru(m) & completu(m) videlicet d(omi)nicale : Sanctuariu(m) co(m)mune & ca(n)torinu(m) : sive
Graduale s(ecundu)m morem sancte romane ecclesiae : integru(m) & completu(m) videlicet d(omi)nicale : Sanctuariu(m) co(m)mune & ca(n)torinu(m) : sive kyriale.
Impressu(m) Venetijs cum privilegio : cu(m) quo etiam imprimatur antiphonarium et psalmista : sub pena ut i(n) gratia MCCCCC . Marca tipografica - correctum per fratem Franciscum de Brugis ordinis minorum de observantia
Della discrezione degli spiriti operetta istruttiva, illuminativa e direttiva
Il cammino di perfezione e il castello interiore. Libri della B.M.Teresa di Giesù fondatrice degli scalzi Carmrlitani.
Il cammino di perfezione e il castello interiore. Libri della B.M.Teresa di Giesù fondatrice degli scalzi Carmrlitani.
venerdì 16 aprile 2010
E' la pace la strada di Oretta Dalle Ore
Una casa nel terrore di Gerald Green
KEBRA NAGAST LA BIBBIA SEGRETA DEL RASTAFARI DI MAZZONI LORENZO
KEBRA NAGAST LA BIBBIA SEGRETA DEL RASTAFARI DI MAZZONI LORENZO
Il "Kebra Nagast", in lingua ge'ez "La Gloria dei Re", proclama la discendenza della monarchia etiope dalla stirpe di Davide, a cui appartiene lo stesso Gesù Cristo. Il Kebra Nagast è un testo sacro denso e affascinante che si presta a molteplici letture. È il racconto avvincente e poetico dell'amore tra Salomone e Makeda, la regina di Saba, vicenda soltanto velatamente accennata nella Bibbia. È un classico della letteratura sacra dell'Africa cristiana. È infine il testo che pone la basi per un importante movimento religioso, politico e culturale dei nostri tempi: il Rastafarianesimo. Il Kebra Nagast è infatti sacro per tutti i credenti della religione rastafariana, convinti che l'Etiopia sia il nuovo Israele e che il Negus Neghesti Halle Selassie I sia letteralmente un Cristo ritornato, colui che realizza concretamente la profezia sul regno terreno che deve instaurarsi prima della fine del mondo. Al centro del libro c'è il trasferimento dal tempio di Gerusalemme di Zion, l'Arca dell'Alleanza, segno concreto della presenza divina nel mondo, che molti ritengono ancora oggi custodito in Etiopia. Dalla Giudea all'Etiopia fino alla Giamaica e ai suoi aneliti di liberazione, l'Arca, simbolo di giustizia e di speranza a cui affidarsi e per cui lottare, rappresenta oggi l'eredità profonda di questo libro alle future generazioni.
martedì 13 aprile 2010
L'uccello del sole di Wilbur Smith
L'uccello del sole di Wilbur Smith
LA RABBIA di KING RUTH
LA RABBIA di King Ruth
Rabbia La passione che non sappiamo controllare di Cinzia Tani, Rosario Sorrentino
La rabbia di Cinzia Tani, Rosario Sorrentino
La passione che non sappiamo controllare
UN PONTEFICE IN DIRETTA di Giuseppe Mazza
UN PONTEFICE IN DIRETTA di Giuseppe Mazza
lunedì 12 aprile 2010
MEMORIE DI UN SOLDATO BAMBIN di Beah Ishmael
COME DIO COMANDA di Nicolò Ammaniti
COME DIO COMANDA di Nicolò Ammaniti
sabato 10 aprile 2010
Avere o Essere di Erich Fromm
Il carattere sociale fonde la psiche individuale e la struttura socioeconomica (si' che gli individui "desiderano fare cio' che devono fare").
I mutamenti solo psichici sono limitati alla sfera privata e sono inefficaci come i mutamenti economici, se non riguardano anche il carattere. La struttura caratteriale dell'individuo costituisce il suo vero essere, mentre il suo comportamento puo' essere solo una maschera, un'apparenza (il fanatismo, osserva l'Autore, talvolta serve a coprire impulsi opposti).
L'uomo, osserva Fromm, e' come un recipiente che mentre lo si riempie, ingrandisce, cosi' che non sara' mai pieno, il nostro io e' alla base del nostro sentimento di identita' e comprende sia qualita' effettive (corpo, possessi, cognizioni) che fittizie.
La determinazione istintuale minima che caratterizza la specie umana rende necessari i sistemi referenziali di orientamento (mappe) e gli oggetti di devozione, mappe e mete che peraltro non sono mai del tutto esatte e mai del tutto sbagliate: ogni cultura (passata, presente, futura) comprende sia i mezzi di orientamento che gli oggetti di devozione, vale a dire una religione. L'atteggiamento religioso e' un aspetto della struttura caratteriale.
La liberta' umana e' limitata dal nostro io, dai possessi e dalle opere; la liberta' come condizione per la creativita' comporta non avere legami che impediscono la propria autorealizzazione.
mercoledì 7 aprile 2010
El camino del encuentro di Jorge Bucay
El camino del encuentro di Jorge Bucay
Todos queremos vivir mejor, todos queremos mejorar nuestro modo de relacionarnos con los demás, todos queremos encontrar nuestro camino en la vida y ser más felices. El camino del encuentro estudia lo que a menudo nos preocupa más en la vida: nuestra relación con otros. El autor desmitifica las creencias más arraigadas sobre el amor y el sexo en nuestra cultura; estudia las relaciones familiares y hace hincapié en la pareja, el enamoramiento y el matrimonio.
Bucay nos invita a entrar en el universo de sus ideas y nos obliga a repensar las propias.
Pubblicato da Maria D.
martedì 6 aprile 2010
Il nipote del Negus di Camilleri Andrea
Il nipote del Negus di Camilleri Andrea
giovedì 1 aprile 2010
El camino de las lágrimas - Jorge Bucay
En la presente obra Jorge Bucay, psicólogo argentino de prestigio internacional y habitual colaborador en los medios de comunicación, afronta una de las situaciones más complejas y delicadas de la experiencia humana: la pérdida de un ser querido. Con su habitual claridad expositiva, valiéndose de múltiples historias y ejemplos, nos enseña que el duelo y la pérdida forman parte del desarrollo personal. Estas páginas invitan a reflexionar sobre las distintas etapas que conlleva la pérdida, sobre la necesidad de enfrentarnos a la realidad, de adoptar una actitud positiva, tratando de hallar el lado enriquecedor del duelo: la pérdida y el dolor como parte imprescindible de nuestra comprensión del mundo, nuestro crecimiento, nuestra evolución.
Pubblicato da Maria D.