Grazie
alla capacità del Micheli di offrire al lettore una trama non banale e non
agiografica, riferendoci alla figura di Puccini, si assiste alla creazione di
un romanzo davvero interessante, da cui viene bandita ogni retorica e si
mantiene intatta l'attenzione nel seguire la vicenda di ogni personaggio, ben
inserita nel contesto principale.
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Benvenuti nel mio blog, qui troverete recensioni, riassunti, film, video, storie di fantasia, favole e........buona lettura a grandi e piccini!
mercoledì 25 aprile 2012
venerdì 13 aprile 2012
I VESTITI NUOVI DELL'IMPERATORE - riassunto - gratis - download
C'era una volta un imperatore molto vanitoso, che pensava solo al suo aspetto ed in particolare agli abiti. Passava le giornata a mirarsi davanti allo specchio e incontrando sarti e mercanti di stoffe. Due truffatori pensarono di arricchirsi approfittando di questa sua debolezza e si fecero credere abili sarti in grado di lavorare una stoffa magica.
Appena l'imperatore lo seppe li invitò subito alla sua reggia e chiese di avere anche lui degli abiti con questa meravigliosa stoffa cangiante, dai disegni esclusivi, visibile solo alle persone intelligenti. L'imperatore era proprio soddisfatto, non solo avrebbe avuto un aspetto magnifico, ma quella stoffa gli avrebbe anche permesso di capire chi era intelligente e chi stolto.
I sarti si misero subito a lavoro, poco dopo il sovrano mandò il primo ministro ritenuto molto intelligente a visionare gli abiti, quando arrivò il primo ministro non vide nulla e per paura di essere considerato uno stupido finse di vederli e fece mille complimenti ai sarti. Ancora l'imperatore mandò una dama, famosa per il suo buon gusto, a vedere gli abiti, e anche lei cadde nel trenello e pur non vedendo nulla per paura di essere considerata stolta, elogiò gli abiti e i sarti.
A questo punto anche il sovrano andò a fare visita ai sarti, appena entrato non vide nulla sui telai, rimase sconvolto e si convinse di essere uno sciocco perchè non vedeva ciò che gli altri avevano detto di aver visto. Fu così che i due imbroglioni finiro i vestiti, furono pagati profumatamente e il re decise di indossare gli abiti per un giorno di festa, quando sarebbe uscito in carrozza fra i sudditi.
Quando il sovrano passava in ...mutande per le strade nessuno vedeva niente ma non parlava per paura di essere considerato sciocco. Un bimbo però, disse ad alta voce, 'l'imperatore non è vestito è in mutande!', allora tutta la gente si rese conto della verità, ma l'imperatore non volle ammettere l'inganno e continuò a procedere mentre i suoi pagi reggevano uno strascico che non esisteva.
sabato 7 aprile 2012
PER STUDENTI....e NON SOLO!
Quando tutto va male (e sì che ce ne sono di questi momenti!) è utile tornare indietro con la memoria ad un momento felice, in cui si è raggiunto un buon risultato. Cosa ha funzionato all'epoca? La forza usata in quel momento può tornare utile anche ora. E' li presente, a vostra disposizione.
Ricordare che dietro ogni piccolo successo c'è una risorsa. Le potenzialità, le risorse sono sempre lì, bisogna solo ricordarsi di usarle!
venerdì 6 aprile 2012
I BAMBINI IMPARANO quello che VIVONO
giovedì 5 aprile 2012
Il Mito nel Novecento letterario
Autori:
Cinzia
Demi - Rosa Elisa Giangioia - Daniele Gigli - Gianfranco Lauretano -
Antonio Melillo - Giancarlo Micheli - Andrea Muni - Neil Novello - Anna
MariaTamburini - Matteo Veronesi.
Se vogliamo
avvicinarci ad una prima definizione del termine mito, possiamo dire che
esso è la trasfigurazione d’un personaggio o d’una serie di fatti veri
che possiedono in sé realmente alcune qualità diverse da quelle
generalmente possedute dagli uomini, che tuttavia vengono ampliate dalla
fantasia collettiva e per questo divengono da un lato modelli da
imitare, dall’altro dei simboli di modi di essere a cui aspirare.
Possiamo avanzare una più complessa definizione di mito, per cui il
termine è legato a valori di cui l’uomo è rimasto privo, a qualcosa che
non c’è più, che è migliore perché è diverso, che può dare la vera
felicità perché la condizione in cui si vive non è soddisfacente. Il
concetto di mito contiene almeno due valenze: l’una è una proiezione
spesso istintiva, inconsapevole, emotiva e fantastica verso valori
ritenuti positivi, per cui il mito viene prodotto dall’inconscio
collettivo, dall’interno d’un gruppo d’individui che celebrano qualcuno o
qualcosa fuori di loro; quindi il personaggio mitico è identificabile
con una comunità, ma dalla comunità s’astrae, trascende da essa per
elevarsi a simbolo di realizzazione del singolo individuo; egli
rappresenta il fantastico che nasce dal reale, lo straordinario che
s’allontana dall’ordinario; il mitizzare è l’ingigantire da parte della
comunità, idealizzando, le qualità, senza considerare i difetti o i
limiti. Sembra che nella modernità si relativizzi il concetto di mito,
ma il relativismo è una contraddizione in termini: soltanto un principio
di misura superiore permette di dire che una cosa equivale ad un’altra,
o si differenzia, quindi il mito oggi non è da considerarsi diverso
concettualmente, praticamente si, dal mito antico. Per capirlo v’è
bisogno d’una dimensione storica, si deve accettare l’idea che l’atto
cognitivo col quale si attesta il mito è un riconoscere e che dunque al
principio della sua conoscenza prevale una reiterazione.
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