Dopo un mese, per chi più e per chi meno, di "Restare a Casa", il pensiero non può non andare, almeno per un attimo a lei: Anna Frank.
Chi, come me, ha dai dieci anni in sù, sicuramente ha letto questo libro; tanti gli aspetti che si possono cogliere, le informazioni storiche...ma oggi quello che mi riporta a quelle pagine sono i bambini, ragazzi, pre-adolescenti e adolescenti che da diverse settimane vivono chiusi in casa.
I grandi con mascherine, guanti e quant'altro andiamo in farmacia, a fare la spesa... se pur con un pò di ansia:USCIAMO.
Bambini e ragazzi che, haimè! vivono in appartamento in centro, non escono da un pò, se non per una boccata d'aria in balcone. Naturalmente se non piove e non tira vento!
All'inizio di questa strana avventura, che di avventuroso, almeno per alcuni, ha molto poco, giravano espressioni del tipo: I nostri padri o nonni sono stati chiamati per "andare in guerra", a noi stanno solo chiedendo di "restare a casa". Vero è!
Vero è pure che "i domiciliari" vengono usati per punire i deliquenti in proporzione alle loro malefatte.
Giusto è che i confort in cui buona parte dei nostri adolescenti vive in casa sono invidiabili e neanche immaginabili in altre epoche e situazioni, ma la mancanza della libertà di poter uscire, frequentare gli amici, praticare sport mette alla prova l'accresciuta intensità emotiva tipica di questa fase della vita.
Sperando, che di tutto questo, rimanga in noi traccia positiva, ricordo ancora Anna:
"Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice."
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