Ho vissuto la mia infanzia fra i vicoli della parte antica della mia città, lì sono nata, in una accogliente casetta attaccata a tante altre, tutte simili, collegate da piccole viuzze, a volte praticabili con i mezzi e a volte fatte di scale, con ai lati delle scivole per poter transitare almeno con i motorini.
Sin da piccola mi sono confrontata con le diverse generazioni che, specialmente nelle sere d'estate, si riversavano nella via, chi per chiacchierare, chi per lavorare all'unicinetto o per ricamare, ristorandosi dopo una delle tante giornate afose siciliane. Noi bambini ci dedicavamo agli ultimi giochi della giornata, mai stanchi di stare all'aperto.
Sembrava quasi un "circolo all'aperto", e di quel circolo ricordo una vecchina vestita sempre di nero, con una gonna lunga fin sotto le ginocchia, che ormai da anni aveva perso il senso della realtà, come qualcuno diceva sorridendo. Viveva con la figlia, una signorina molto a modo che amava il ricamo e che non poteva perderla d'occhio un attimo, in quanto l'anziana signora, se usciva di casa da sola, non ricordava più neanche la strada per tornare e la si vedeva vagare per i vicoli, ignara degli eventuali pericoli cui poteva andare incontro.
Sembrava una cosa normale, così veniva vissuta dal contesto sociale di allora, e spesso sentivo gli adulti riferirsi a quello stato come a qualcosa di inevitabile, che a tutti con l'età sarebbe accaduto. Man mano il cervello si spegne!
Più avanti nel tempo, fra le varie vicessitudini di quartiere, e l'arrivo della mia adolescenza, un altro signore colpì la mia attenzione in questo senso. Si trattava di un anziano avvocato, dedito ad attività sportive, amante delle poesie, dei bambini e dei loro giochi. Per lui e per il suo cervello sembrava gli anni non passassero mai, il tempo passava, i bambini di un tempo andavano e venivano con l'auto, mentre c'era chi andava in pensione, o chi si trasferiva, arrivavano nuovi vicini, nascevano bambini e lui sempre molto lucido, andava e tornava dal suo studio legale, chiacchierava con i ragazzi che aveva visto crescere, continuava a regalare caramelle ai bambini che gli ripetevano l'ultima poesia studiata a scuola.
Cosa c'era in quel signore di diverso?
Forse, semplicemente, aveva un "Cervello Felice"
Senza saperlo stava attivando i metodi per mantenere attivo il cervello. Tutti noi possiamo farlo, qualsiasi sia la nostra età, non è mai troppo tardi per iniziare a contrastare l'invecchiamento delle connessioni neurali, e il dott. Arden con questo libro ci guida in questo percorso di rinascita.
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