giovedì 24 febbraio 2011

L'Uomo di Berlino di Vyleta Dan


Un raffinato noir storico, il romanzo più affascinate sugli orrori della guerra dopo Parigi brucia di Dominique Lapierre

“Era l’inverno del 1946 a Berlino, la città legata come un tacchino per il pranzo di Natale e divisa in venti porzioni, otto delle quali ai russi: e correva voce che tutte le donne fossero state violentate. Un inverno di morte, con la gente che crepava di freddo negli appartamenti senza riscaldamento, ridotta in miseria, affamata, costretta a sopravvivere con le briciole che cadevano dalla tavola degli occupanti.”

Berlino, inverno 1946. La guerra è appena terminata e la città mostra al mondo tutte le sue ferite. Non c'è quasi edificio che sia rimasto in piedi e gli abitanti si aggirano come spettri, in attesa che il cielo plumbeo si apra e accada qualche miracolo che permetta loro di sopravvivere. Anche Pavel Richter non possiede quasi nulla, a parte i tanti libri che tappezzano le pareti del suo appartamento. Con lui c'è Anders. un orfanello che traffica nel mercato nero e procura a Pavel la penicillina di cui ha bisogno per una brutta infezione ai reni. In cambio. Pavel cerca di fare da padre e da insegnante al ragazzino. Al piano di sopra abita Sonia, una donna che come tante altre ha un solo bene da offrire in cambio di ciò che le serve per non morire di stenti: il proprio corpo. Che cosa la unisce a Pavel? Ma soprattutto, chi è veramente. Pavel Richter? Ha il passaporto americano e parla alla perfezione quattro lingue, compreso il russo: legge Dickens ad alta voce e cita a memoria Dostoevskij, ma non batte ciglio quando il suo migliore amico, Boyd White. di professione magnaccia, si presenta alla sua porta con una strana consegna: un cadavere...

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