La stella Acabar di Og Mandino
RIASSUNTO
Tulo era un bambino che viveva in un piccolo villaggio di nome Kalvala, all'estremo nord della Terra, era figlio di Pedar e Inga Mattis, la loro sussistenza, come quella della maggior parte dei loro vicini, era legata all'allevamento delle renne. Il branco dei Mattis era di quasi duecento esemplari e forniva latte, carne, vestiti e persino denaro. Nessuna parte della renna andava sprecata.
I ricordi più cari del piccolo Tulo erano di quando lui e il suo papà, nei giorni bui dell'inverno, quando il sole scompariva per due mesi circa, se ne stavano con la tenda in montagna a occuparsi delle renne, e poi si scaldavano vicino al fuoco. Tulo, quando trascorreva questi momenti con il padre ne approfittava per fare domande su tutto ciò che lo incuriosiva e che voleva conoscere del mondo, delle stelle, della vita.
Ben presto Pedar si rese conto che il figlio aveva una intelligenza particolare e d'accordo con la moglie, decisero di iniziarlo un anno prima a scuola, dato che il padre non era più in grado di dare risposte alle sue domande. Anche a scuola, la spiccata intelligenza del piccolo venne notata dal maestro, Arrol, che li andò a trovare per esprimergli il suo entusiasmo per il prodigioso Tulo e il suo disagio in quanto, oltre ad essere molto più avanti di tutti gli altri bambini, aveva anche letto tutti i libri della bibblioteca e ne chiedeva altri.
In seguito alla visita del maestro, il sig. Mattis decise di far ordinare tutti i libri che il maestro avrebbe ritenuto adatti e li avrebbe pagati di tasca sua, pur di coltivare il genio di Tulo. Nel frattempo la famiglia Mattis cresceva con l'arrivo di una sorellina Jaana.
Quando tornò la primavera la famiglia si spostò a Nord insieme alle renne. Per tutta l'estate Tulo lesse, studiò e scrisse. Quando, poi, non era impegnato fra i libri, il suo interesse erano gli aquiloni, già dalle prime settimane di scuola aveva studiato come si facevano e ne era rimasto affascinato, per cui adesso li costruiva, li faceva volteggiare finchè una corrente d'aria non li spingeva giù a schiantarsi.
All'arrivo dell'autunno veniva fatto un raduno, dove ognuno riconosceva le proprie renne e le prendeva al cappio come in un rodeo, per ben quattro anni, avevano sempre vissuto questo momento in modo felice e spensierato e della cattura si era occupato Pedar, ma un anno decise che era giunto il momento che anche il figlio partecipasse, Inga era molto preoccupata, perchè mentre tutti gli altri ragazzi tutte le estati si erano allenati per partecipare al raduno, Tulo aveva solo letto. Pedar non volle sentire ragioni e Tulo partecipò. Giunti quasi alla fine, Tulo insistette per fare lui una cattura, si trattava di una renna non molto facile da prendere e complice anche una piccola distrazione Tulo fu trascinato via con lei, il padre si gettò su di lui per aiutarlo e il ritorno a casa fu quantomai triste e luttuoso. Tulo riportò una grave ferita a una gamba mentre il padre perse la vita.
Il giovane passò molti mesi a letto impossibilitato a muoversi, ognuno che lo andava a trovare gli lasciava un regalo, i due più importanti furono un libro mastro di colore verde regalatogli dallo zio Varno come diario e la spinta morale giustà per riprendere a camminare del maestro Arrol.
Tulo riprese lentamente a camminare, e in primavera zoppicando si recò con la madre e la sorellina a nord, dove la madre aveva deciso di vendere oggetti artigianali ai turisti, voleva mantenere la promessa fatta insieme al marito di mandare Tulo all'università. Il lavoro fu talmente tanto che Inga si ammalò e morì. I due fratelli rimasero così soli.
Tulo per un pò abbandonò le sue letture e i suoi scritti e passava buona parte del tempo a pensare come potersela cavare lui e la sorellina. Presto venne l'inverno, iniziò a nevicare e ascoltando la radio Tulo sentì che stava per arrivare una terribile tempesta che sarebbe durata molto. Subito preparò le renne e corse all'unico negozio di kalvala per fare rifornimenti,
trovò il negozio pieno di gente e le provviste stavano per finire, per ciu tornò qualche ora dopo a casa con un sacco farina e tre candele. Lo zio Varno, preoccupato, passò da casa dei ragazzi per chiedere loro di andare a vivere a casa sua, almeno finchè non fosse finita la tempesta, nonostante l'insistenza i ragazzi, sicuri di farcela, rimasera nella loro capanna.
Tulo continuava a pensare alle parole della mamma circa Dio e l'albero che avevano nel prato, Inga diceva al figlio che il Signore ascolta sempre e a tempo dà le risposte e, proprio prima di morire gli disse di occuparsi della sorella, ricordarsi sempre che il suo destino andava al di là di Kalvala, quindi di allargare i propri orizzonti. Dio e l'albero delle stelle lo avrebbero aiutato.
Una Notte Tulo sognò la madre, un aquilone, l'albero delle stelle, un sogno triste e bello allo stesso tempo, come gli disse la sorella Jaana, così l'indomani decise di costruire un acquilone molto grande e si recò in paese con la sorella per comprare tutto il filo che c'era a disposizione, dopo andò vicino all'albero e fece volare il suo acquilone, finchè c'era filo, finchè scomparve fra le nuvole, e continuava a salire sempre di più. A un certo punto i fermò. Sembrava fosse bloccato, allora Tulo iniziò a tirare con forza, il filo ai suoi piedi si accumulava, e lui tirava fino a quando una luce lo accecò, aveva preso una stella. La stella Acabar, che lo guidava da quando era nato e si era lasciata catturare perchè credeva in lui e nelle sue grandi potenzialità e voleva aiutarlo in un momento di difficoltà perchè non si arrendesse. Jaana convinse il fratello che in un momento così difficile per il villaggio, di tormenta, oscurità e freddo, non era giusto che tenessero la stella solo per loro ma bisognava donarla. La stella fu orgogliosa della decisione e si rese disponibile ad essere spostata, bisognava solo decidere dove portarla, in città dove a primo acchitto dissero che spettava ai bambini decidere, successivamente il proprietario dell'unico negozio, il pastore, il maestro, il dottore, volevano tutti per sè la stella ognuno con le sue ragioni. Non riuscendo a trovare altri accordi decisero che ognuno avrebbe tenuto la stella per due settimane, fino al ritorno del sole, quando Tulo l'avrebbe legata all'aquilone e riportata in cielo.
Così si decise di fare, la stella Acabar aveva promesso a Tulo di dettargli Credenda, da scrivere nel suo libro verde e che lui si sarebbe impegnato a diffondere nel mondo, ma vennero così presto a prenderla che dovettero rimandare. Annodarono una corda attorno alla stella e iniziarono a tirerare, ma la stella cadde e si frantumò.
Tulo cadde nella disperazione, mentre i suoi vicini a turno lo andavano a trovare, chiedendogli di prendere un'altra stella e di donarla, ora alla chiesa, ora al negozio, ora all'ospedale, e così via..... Dopo un pò di riflessioni e con l'appoggio dello zio Varno, Tulo decise di ritentare e così presero un'altra stella, Lirra.
Lirra gli spiegò che molte stelle sono persone che hanno fatto qualcosa di importante, e che Acabar non era morta veramente la sua anima era viva a con un pò di anni sarebbe tornata a rispledere, come i genitori di Tulo, e molte altra persone. Stavolta la stella non venne spostata, gli abitanti di kalvala si resero conto di essere stati egoisti a volerla ognuno per sè e decisero di lasciarla sull'albero. Lirra dettò a Tulo la Credenda e lui promise che avrebbe fatto di tutto per farla conoscere.
Quando tornò il sole, si organizzarono per far tornare Lirra in cielo, la legarono all'acquilone e mentre saliva Tulo si legò ad essa e sparì con lei in cielo. Gli abitanti di Kalvala si sentirono in debito nei confronti di Tulo e decisero di far conoscere la sua storia, il maestro prese il libro verde e cercò di farlo pubblicare, ma non ebbe risultati, così per anni il libri rimase nei suoi scaffali ad impolverarsi, finchè la moglie di disse di restituirlo a Jaana, come dono di nozze, il marito di Jaana era in politica per cui si allontanarono da villaggio, ebbero un figlia Inga, che come tutti i bambini portò loro fortuna. Il marito di Inga, andò a lavorare nella delegazione del comitato dell'Assemblea Generale, e un giorno mentre insieme erano in terrazza videro Tulo, fra le stelle le cielo.
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