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domenica 27 giugno 2010
L’ALBERO DEI DESIDERI
L’ALBERO DEI DESIDERI
Un giorno un contadino camminava per i suoi campi, la giornata era stata
lunga, l’uomo era sfinito. La sua distesa era grandissima ma dopo anni di duro
lavoro conosceva ogni angolo di quel posto, avrebbe potuto camminarci ad
occhi chiusi senza paura di andare a sbattere da qualche parte o di non
arrivare nel posto desiderato.
Eppure un giorno, proprio mentre camminava, notò un albero che non gli
sembrava di avere mai visto.
Era un albero bellissimo, dal busto enorme e dalle foglie verdi lucentissime.
Regalava ombra, sollievo ed energia con la sua maestosità.
L’uomo rimase a bocca aperta, si avvicinò all’albero per scrutarlo, per
conoscerlo meglio ed ammirare la sua bellezza.
Se ne stava lì a guardarlo e mentre ammirava la sua maestosità pensò: “che
bello questo albero, mi ha regalato serenità, mi piacerebbe ci fosse un letto
proprio qui sotto, per poter riposare alle sue radici”.
Non fece in tempo a pensarlo che…puff, apparì un grande letto con delle
lenzuola bianchissime, la struttura in oro e un materasso sofficissimo.
Il contadino si distese sul letto, estasiato, e mentre si godeva quella bellissima
atmosfera pensò: “le mie gambe sono stanche, così come la mia schiena e le
mie mani, che bello sarebbe se ci fosse una bella fanciulla che facesse passare
tutti i miei dolori massaggiando il mio corpo con le sue mani vellutate”.
Anche questa volta non fece in tempo a pensarlo che…puff, una bellissima
fanciulla dai capelli d’orati e dagli occhi profondi come il mare apparse ai suoi
piedi ed iniziò a massaggiarlo con le sue mani vellutate.
L’uomo era in estasi, se ne stava beatamente sotto quel bellissimo albero, le
sue gambe e la sua schiena trovavano finalmente il meritato riposo dopo
lunghi anni di lavoro e di fatica, stava quasi per addormentarsi in quella
atmosfera da sogno quando pensò fra sé e sé : “che bella la vita, non sono
mai stato così bene. Ora dormirò un po’ per godermi questo meraviglioso
momento, l’unica cosa che potrebbe accadere, pensò in tono scherzoso, è che
passi una tigre e mi mangi in un sol boccone”.
L’uomo chiuse gli occhi, passò una tigre..e se lo divorò.
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