Prima di Freud solo maghi, veggenti e profeti sembravano possedere la chiave per tradurre gli enigmatici messaggi dei sogni nel linguaggio rassicurante della veglia, mentre la scienza non li prendeva in considerazione. Con Freud, a partire da "L'interpretazione dei sogni", è proprio la scienza ad appropriarsi di questa chiave. Con "L'interpretazione dei sogni" Freud gettò infatti le fondamenta della psicanalisi e iniziò il suo viaggio alla scoperta dell'inconscio. Come egli stesso ebbe a dire: "dovunque sinora sembrava regnasse soltanto il capriccio più bizzarro, il lavoro psicanalitico ha indicato la presenza di una legge, di un ordine, di una concatenazione".
Parti del libro:
"Il sogno (...) costituisce la realizzazione di un desiderio", di un desiderio che la coscienza reputa magari vergognoso e che "è proclive a ripudiare con stupore o con indignazione". Tuttavia, non c'è da credere che l'azione rimovente dell'io cessi del tutto durante il sonno: "una parte di essa rimane attiva, come censura onirica, e proibisce al desiderio incosciente di manifestarsi nella forma che gli è propria". A motivo della severità della censura onirica, "i contenuti onirici latenti devono (...) sottoporsi a modifiche e ad attenuazioni, che rendono irriconoscibile il significato proibito del sogno". Così si spiegano quelle deformazioni oniriche, alle quali i sogni devono le loro tipiche caratteristiche di strambezza. In conclusione: "il sogno è la realizzazione (maschera) di un desiderio (rimosso)". E da quanto detto comprendiamo perché, ad avviso di Freud, "l'interpretazione dei sogni è (...) la via
regale per la conoscenza dell'inconscio, la base più sicura delle nostre ricerche (...). e quando mi si chiede - dice Freud - come si possa diventare psicoanalista, io rispondo: attraverso lo studio dei propri sogni"
regale per la conoscenza dell'inconscio, la base più sicura delle nostre ricerche (...). e quando mi si chiede - dice Freud - come si possa diventare psicoanalista, io rispondo: attraverso lo studio dei propri sogni"
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